|
|
|
Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.933
|
|
|
|
|
|
08/10/2015
Il Messaggero
|
Salari, il governo: «Non possiamo aspettare in eterno, pronti a intervenire». Camusso contro il leader di Confindustria: «Atteggiamento straniante: non gli piace il pallone e decide di non giocare». |
|
ROMA Se non si mettono d’accordo tra di loro, le nuove regole sulla contrattazione le scriverà il governo. A Palazzo Chigi però sperano ancora che l’impasse venga superato, che Confindustria e sindacati trovino una strada per riprendere il confronto, nonostante il “game over” decretato l’altro ieri dal presidente degli industriali Giorgio Squinzi. «Il tema della contrattazione riguarda le parti sociali» spiega il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, auspicando che ci sia ancora lo spazio per un’intesa. Con un’avvertenza, però: «Non possiamo aspettare in eterno». L’eventuale legge - spiegato ancora il ministro - sarà a tutto tondo, riguarderà quindi anche il tema della partecipazione e della rappresentanza e l’introduzione di un salario minimo. Aspetto quest’ultimo che - ricorda Poletti - era già nella delega del Jobs act, ma che il governo ha accantonato per dare la possibilità alle parti sociali di trovare un’intesa autonoma. BINARI PARALLELI La dura e inaspettata presa di posizione di Squinzi un po’ di acque comunque le sta già muovendo. Ieri i sindacati hanno prima sparato ad alzo zero contro Confindustria (la conferenza stampa era già in programma per presentare il nuovo numero uno della confederazione europea dei sindacati, Luca Visentini proveniente da casa Uil), ma poi si sono riuniti in privato e hanno di fatto chiesto di riaprire il confronto sulla revisione del modello contrattuale, purché «parallelamente» vadano avanti anche le trattative sui rinnovi di categoria, una quarantina tra quelle scadute e di prossima scadenza e che interessano circa sette milioni di lavoratori. Una posizione più chiara rispetto a quella tenuta fino all’altro giorno quando sembrava che Cgil e Uil puntassero prima alla chiusura delle vertenze e solo successivamente all’intesa sul nuovo modello. «Siamo pronti» su entrambi i tavoli, e «siamo tutte e tre d’accordo» ha annunciato Barbagallo. «Il contratto nazionale si difende cambiando il modello non aprendo praterie sul salario minimo» ha aggiunto la leader Cisl, Annamaria Furlan, assicurando che «c’è la volontà di non affidare a terzi» la messa a punto delle nuove regole. D’accordo sulla strategia del binario parallelo anche il segretario generale Cgil, Susanna Camusso, che in conferenza stampa aveva mostrato più degli altri un atteggiamento particolarmente duro nei confronti di Squinzi, ribadendo le accuse di avere come obiettivo solo quello di ridurre i salari. «Trovo la dichiarazione di Squinzi straniante. Verrebbe da dire: siccome il pallone non è quello con cui gioco io, non voglio più giocare» aveva detto. GIOCHI DA RIAPRIRE Sul chi dovrà riaprire i giochi Camusso non ha dubbi: «Non è a noi la mossa». Così Barbagallo: «Spero che Squinzi domani si svegli e dica: riprendiamo la discussione». Dal canto loro Cgil Cisl e Uil dovranno fare uno sforzo non da poco e in questi mesi ancora non riuscito: arrivare a una piattaforma comune sulla revisione delle regole. Sul fronte rinnovi di categoria, intanto, è da registrare il nuovo incontro tecnico tra sindacati e Federalimentari. Sul calendario ci sono già altri due appuntamenti, il 26 e il 29 ottobre, anche se Federalimentari fa presente che il confronto andrà avanti solo «a condizione che vengano rispettate le norme del Jobs act». Ancora ferma al nastro di partenza invece la trattativa per i chimici. Ieri i sindacati di categoria hanno inviato una lettera ai presidenti di Federchimica e Farmindustria proponendo la data del 12 ottobre per un primo incontro.
|
|
|
|
|