Nel bene o nel male, purché se ne parli. «O tratteremmo di un cimitero». È quanto basta al presidente della Regione Luciano D’Alfonso per dimostrare, nell’incontro pubblico di ieri pomeriggio in Comune, che il progetto vale. Innegabile è il fatto che guardando i render, soprattutto quelli in notturna, il Ponte del cielo che entro il 2016 dovrebbe sorgere alle spalle della Nave di Cascella, fascino ne ha da vendere. Un milione di euro investito per una passeggiata ad anello ad un metro e mezzo dal livello del mare, larga quattro metri e lunga 84 accessibile dalla spiaggia e da tutti. Anche dai disabili. Opera che fa parte, ha spiegato D’Alfonso «di una progettualità ben più ampia che prevede la realizzazione di un pontile in piazza Le Laudi e la riqualificazione dell’ex Cofa. Il Ponte del cielo, come quello del Mare, testimonia il rapporto che questa città ha con l’elemento che più la rappresenta».
Ma per quanti ponti si vogliano costruire sotto ci può scorrere al massimo l’acqua, di certo non le polemiche che le loro onde hanno già iniziato a sollevarle. Alcune hanno un gusto più nostalgico con qualche immancabile increspatura e sono quelle dell’Ordine degli architetti di Pescara che se da una parte per voce della presidente Laura Antosa, parlano di «spot elettorale» e di «un’occasione persa» che senza un concorso di idee ha impedito «la competizione tanto meritocratica quanto risonante ed attrattiva della città»; dall’altra si sollevano nei toni contrapponendo la presentazione in pompa magna di ieri al silenzio sceso sui progetti che entro il 30 novembre dovrebbero essere presentati «per i finanziamenti destinati al recupero di periferie ed aree degradate».
IL NODO DEL PIANO DEMANIALEMuri d’acqua sono arrivati dal M5S con prima il consigliere regionale Domenico Pettinari che ha accusato la Regione di non aver destinato un euro dei 25milioni a disposizione, alle periferie «quando c’è stata la rimodulazione del piano a dicembre 2014. Regione che regala oggi ai pescaresi un ponte su cui passeggiare riflettendo sulle tasse consapevoli di stare calpestando tutti i loro diritti»; e dopo quello della consigliera comunale Erika Alessandrini che ha calcato non poco la mano mettendo di fronte alla legge sindaco e presidente. È stata lei a chiedere a D'Alfonso e il sindaco come intendano realizzare un’opera che il piano demaniale marittimo comunale «impedisce: è scritto chiaramente che né sull’acqua né lì dove deve sorgere il Ponte del cielo si può costruire». Che fare? Un'opzione potrebbe usare quella «porta sul Mediterraneo» che questo ponte rappresenta per Alessandrini come via di fuga o appellarsi, come ha fatto, all’articolo 10 che parla sì di pontili «ma solo sulla sabbia», replica la consigliera.
IL PRESUNTO PLAGIODa parte loro i progettisti, D’Alfonso e Alessandrini, hanno ricordato che quel progetto è il ripensamento di un pontile esistente già nel 1934. Risposta questa data anche a chi li ha accusati di aver fatto il copia e incolla. Ma se quella del copywright può essere una vicenda su cui sorvolare, difficile lo sarà sui limiti imposti dalla legge. Sicuramente un modo lo si troverà. Modificando, magari, il piano demaniale o, ironizzandoci un po’ al di là di ogni polemica, spacciandola per la prima delle tante rotatorie imposte dall’Europa. La prima ecosostenibile al cento per cento. Insomma: la prima rotatoria sul mare.