PESCARA Il sindaco Marco Alessandrini, i consiglieri comunali Luigi Albore Mascia, Marco Presutti e Francesco Pagnanelli, il presidente del consiglio comunale Antonio Blasioli e la segretaria provinciale del Pd Francesca Ciafardini, con il dirigente della lista Teodoro Mirco Velluto. Saranno loro alcuni dei testimoni nella causa civile contro il capogruppo in consiglio comunale del Movimento 5 Stelle Enrica Sabatini, alla quale il consigliere provinciale Gianni Teodoro ha chiesto un risarcimento di 250 mila euro per le dichiarazioni rilasciate in occasione della nomina di sua figlia, Veronica, nella giunta Alessandrini. Ieri la prima udienza, che ha visto la presenza in aula della Sabatini, difesa dall’avvocato Andrea Colletti, mentre per Teodoro c’erano gli avvocati Fabio Di Paolo e Dante Angiolelli. Dopo l’ammissione dei testi indicati dalle parti, di cui alcuni in comune, l’udienza è stata rinviata al 22 gennaio quando sarà sentito il sindaco Alessandrini. Oltre a lui è stato a chiamare a testimoniare da entrambe le parti anche la Ciafardini, trattandosi di persone che hanno partecipato alla trattativa per la composizione della giunta. E Teodoro, dal canto suo, conterà sulla testimonianza di Velluto, ritenuto a conoscenza dei fatti che hanno preceduto la nascita dell’esecutivo guidato da Alessandrini. La vicenda prende spunto dalle affermazioni di Sabatini sull’ingresso in giunta di Veronica Teodoro che sarebbe avvenuto, per il capogruppo del M5S, per meriti di famiglia, perché «segnalata dal papà» e dallo zio Piernicola, altro volto noto della politica locale. Contestando le scelte politiche di Alessandrini, Sabatini parlò nell’aula consiliare di «familismo amorale» ma questa dichiarazione non piacque a Teodoro che si è sentito «profondamente turbato e ha chiesto il risarcimento record, sostituendosi alla figlia e pur non essendo protagonista del gioco politico del Consiglio», come disse sempre il capogruppo del Movimento 5 stelle. Nelle ore che hanno preceduto la prima udienza Sabatini ha annunciato di voler difendere la sua libertà «di critica politica e di espressione. Una opposizione», ha aggiunto, «deve avere la libertà di criticare le scelte dell'amministrazione». Su Facebook ha aggiunto: «Il sistema non è abituato a cittadini liberi che dicono la verità e attacca con gli strumenti più meschini. Se l'obiettivo è intimidirci, non ci riusciranno. Non mi fermerò, non ci fermeremo». Immediata la replica della controparte, con l’avvocato Di Paolo. «Riteniamo che Sabatini abbia espresso non un giudizio politico, ma morale sulla persona di Gianni Teodoro», raffigurandolo come un uomo «moralmente e politicamente riprovevole, dedito a pratiche e condotte discutibili, una persona incapace di perseguire il bene comune, dedito a metodi spartitori e ricattatori, tali da coartare la libertà morale e volitiva del sindaco Alessandrini. Una persona che, con i suoi metodi ricattatori, avrebbe imposto la nomina della figlia Veronica, dimostrando di voler perseguire il proprio tornaconto per massimizzare i vantaggi materiali e immediati della famiglia». Per di Fabio sono solo «offese gratuite, lesive dell’onore e della reputazione» di Teodoro.