PESCARA Ci sono da scegliere i candidati sindaci di quattro Comuni importanti che a primavera torneranno al voto con il sistema a doppio turno: Francavilla, Lanciano, Vasto e Roseto. Partita decisiva per il centrodestra, che ha spinto il coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano a bruciare le tappe con la convocazione di tutti gli alleati di coalizione, lunedì scorso, per un primo confronto: «Tutti hanno aderito con entusiasmo -spiega Pagano-, anche al di là delle mie aspettative, per la serenità con cui si è svolto il dibattito. C'erano i coordinatori regionali di Ncd, Fratelli d'Italia, Udc e del nuovo movimento Noi con Salvini. Uno dei punti emersi è l'apertura che la coalizione dovrà necessariamente avere verso le realtà civiche del territorio».
CHIETI. Si parte dalla vittoria al Comune di Chieti, con la riconferma non scontata di Umberto Di Primio, dove nell'era dalfonsiana il centrodestra è riuscito a piazzare una delle poche bandierine di un certo peso: «Sì -spiega ancora Pagano- , nel mio intervento sono partito proprio dall'esempio virtuoso di Chieti per ricordare che restando uniti e facendo sistema si vince». Troppo presto per definire una rosa di nomi, sui candidati sindaci il confronto sarà lungo, ma il coordinatore di FI ha messo gli alleati di fronte a molti quesiti, anche sul metodo di selezione dei futuri amministratori. «L'impostazione che ci siamo dati è questa: vogliamo correre insieme? Poi c'è il caso del Ncd, alleato del Governo Renzi a Roma ma all'opposizione in Abruzzo, anche se ha già fatto sapere che sarà al nostro fianco. L'altra questione affrontata è quella della selezione dei candidati, e sono state avanzate tante ipotesi, tutte percorribili: dalle primarie all'utilizzo dei sondaggi, sino ai vecchi schemi con i partiti chiamati a decidere se nei singoli territori non si dovesse trovare l'intesa su più proposte di candidatura. E non è detto che il metodo di selezione individuato per un Comune possa andare bene per tutti».
FUOCO AMICO. Nessun cenno da Pagano alla guerra in casa, con la base del partito agitata soprattutto dai big del Teatino (il consigliere regionale Mauro Febbo e il deputato Fabrizio Di Stefano), dove sono tre su quattro i centri chiamati al voto in primavera: Francavilla, Lanciano e Vasto. Febbo ripropone i vecchi argomenti contro il coordinatore del suo partito: «Siamo di fronte al nulla, anche perché Pagano non riunisce né gli organi regionali per avere un quadro di riferimento, anche in ordine alle problematiche da noi sollevate sull’amministrazione D'Alfonso, né quelli provinciali, come Chieti, dove ci sono i centri maggiori chiamati al voto. La cosa è sconcertante, perché potremmo ottenere altre vittorie elettorali, dopo quella di Di Primio, a dimostrazione che il centrosinistra può essere sconfitto». L'esponente teatino di Forza Italia chiude con una spigolatura personale su Pagano: «Forse in questo periodo è più preoccupato dalle notizie romane che parlano di cambi dei vertici regionali». Ma Pagano è ancora lì, con la benedizione di casa Arcore: il fuoco amico non sembra scalfirlo.