IL REBUS PRECARI
La sensazione è che sulla pelle dei 56 precari del Comune dell’Aquila, alla disperata caccia di una proroga contrattuale che non arriva, si stia consumando uno scontro politico senza precedenti, tutto interno al Pd, dal vertice romano alle ramificazioni cittadine. Lo si è inteso chiaramente ascoltando le premesse del vice sindaco Nicola Trifuoggi che ieri mattina, in tutta fretta, ha convocato i giornalisti dopo le dichiarazioni roboanti del sottosegretario Paola De Micheli contro Cialente («Sui precari dice cose gravissime, la proroga fino al 2017 è possibile, il Mef non può essere tirato per la giacca»). Una conferenza stampa che è servita, in sostanza, a ribadire che non ci sono possibilità di confermare i contratti ulteriormente, a meno che non arrivi un parere favorevole della sezione consultiva della Corte dei Conti, ultimo appiglio di un’amministrazione all’affannosa ricerca di pezze d’appoggio e coperture normative per evitare contenziosi (anche con l’Europa) e danni erariali.
GLI STRALI Nelle premesse, dicevamo, c’è forse il sale di questa vicenda. Intanto Trifuoggi ha tenuto a precisare che la conferenza stampa era stata «concordata con il sindaco, a smentita ulteriore di queste lotte intestine che ci sarebbero nella giunta e del fatto che io stia tramando per farlo cadere». Poi ha lasciato intendere che la De Micheli potrebbe aver parlato «su input di qualcuno che sta tentando di far traballare questa giunta in tutte le maniere», non raccogliendo però quando qualcuno ha fatto il nome della Pezzopane («Ciascuno può esercitare la propria fantasia per immaginare chi può avere interesse a far cascare questa giunta»).
LE CARTE Il seguito è una pedissequa ricostruzione della vicenda, carte alla mano, per dimostrare che «la De Micheli non dice il vero». L’assunto del vice sindaco è che, ad oggi, non ci sono né coperture economiche né norme che consentono la proroga: «La sottosegretaria poteva fare a meno di dire quelle cose anche perché mi sento particolarmente turbato quando, per scopi più o meno personali, questi lavoratori vengono illusi da qualcuno che rappresenta le cose in maniera totalmente diversa da quello che sono e che, dunque, approfitta dello stato di debolezza psicologica». La narrazione si è snodata tra gli innumerevoli pareri tecnici susseguitisi da luglio ad oggi. Da quello negativo della Ragioneria dello Stato a quelli possibilisti dell’Avvocatura comunale, fino al niet della dirigente competente, Ilda Coluzzi («Condivido la sua visione a tutela dell’ente» ha detto Trifuoggi). La sostanza è inequivocabile. Oltre 36 mesi niente proroghe e anche sui fondi è caos: «Il milione di euro in più stanziato aumenta solo il tetto di spesa per il Comune per il personale, ma non certo per i precari». A oggi, insomma, non sarebbe possibile neanche avvicendare i precari con gli idonei del concorsone. Ultima parola alla Corte dei Conti.