Il ponte del cielo è un sogno, diceva qualche anno fa Luciano D’Alfonso ancora sindaco di Pescara. Ed eccolo qua, adesso: lo realizzerà da governatore e per oggi è annunciata una gran festa. Assemblea pubblica in Comune con sindaco, presidente della Provincia, tecnici e cittadini.
Un sogno partito da lontano, molto lontano. Un bellissimo progetto, che piace ai pescaresi, che ricorda i vecchi pontili sul mare di Eriberto e, per i più anziani, il ponte che esisteva nello stesso punto, all’altezza di corso Umberto, nel 1934, quasi di fronte alla Nave di Cascella. Insomma, un fiume di parole e di nostalgia.
Mapero’. Se lo copiate, almeno dovete dirlo. La storia urbanistica delle città è piena di ponti ispirati, e quindi non è manco un peccato capitale. Lo diventa però se il plagio è occultato. Il ponte del cielo che verrà presentato oggi a Pescara è la copia esatta del ponte della città di Aarhus in Danimarca, realizzato dallo studio di architettura danese Gjøde & Povisgaard Arkitekter.
Si chiama Infinite bridge ed è appunto un ponte circolare di 60 metri di diametro, tra la terra e il mare. Il ponte è stato costruito in occasione della Biennale internazionale “Sculpture by the sea 2015” ed è composto da 60 elementi identici in legno sostenuti da pilastri di acciaio, sospeso circa due metri sopra la superficie dell’acqua, è stato progettato “per rafforzare il rapporto tra la baia e la città, tra la memoria del luogo e il suo presente, valorizzando il sito di un molo costruito nella seconda guerra mondiale, ormai dimenticato”.
Ecco, hanno fatto un copia-incolla. Ma se proprio volevano copiare la Danimarca, almeno l’avessero fatto per tutto quanto: i ministri lì hanno abbandonato l’auto blu e vanno in bicicletta. I ponti sì li copiano eccome, la spending review manco per niente. Mica ce li freghi, a loro.