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Data: 08/10/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Autoporto in abbandono «Lo utilizzino le imprese». San Salvo, la proposta di Smargiassi (M5S) per la gestione dell’area mai aperta

SAN SALVO In tempi di vacche magre le risorse vanno utilizzate con oculatezza. No ai doppioni e alle incompiute. È il senso della nota diffusa dal consigliere Pietro Smargiassi (M5S) in merito all’autoporto e ad una struttura che dovrebbe sorgere vicino. «Il Comune di San Salvo, in collaborazione con la Fee, il Consorzio Industriale e la Pilkington siglerà un accordo per la gestione dell’area vicina allo stabilimento dove si trovano le strutture dell’autoporto. L’autoporto, dunque, rappresenta l’ennesima eterna incompiuta del sistema Italia, visto che la sua realizzazione cominciò ad inizio anni ’90 con fondi della Cassa del Mezzogiorno e della Comunità Europea. Un’opera», sostiene Smargiassi, «costata 33 milioni di euro e che oggi, visto lo stato di totale abbandono ed inutilizzo, è diventato ricovero per senza tetto e, peggio ancora, è stata oggetto negli anni di atti di vandalismo scellerato», annota Smargiassi. «Perché si sente la necessità di investire su nuove aree quando si può, e si deve, immaginare una fase di rilancio partendo da ciò che è già stato realizzato?», chiede il consigliere del M5S. «Sicuramente», sostiene il consigliere regionale grillino, «per rimettere a regime una serie di strutture del genere sono necessari investimenti cospicui che però, se messi a confronto con quanto sin qui speso per un’opera ferma, sono di certo risibili. È inutile investire ulteriori soldi per interventi ex novo che possono solo alleviare il problema ma che non lo risolvono del tutto. È giusto ricordare», continua Smargiassi, «che anche il Consorzio Industriale abbia contribuito alla realizzazione dell’autoporto. Allora perché non può essere proprio il Consorzio, eventualmente attraverso il nuovo soggetto unico Arap, l’ente compartecipato dedito alla gestione e quindi al rilancio di questa area? Ed in caso negativo», continua il consigliere, «perché ancora non è stato attivato un bando per acquisire preliminarmente le manifestazioni di interesse di eventuali soggetti interessati? Su quali dati si basa la convinzione che non vi sia alcun soggetto, pubblico, privato o compartecipato, che sia interessato a gestire l’autoporto? Se tale convinzione si fonda sui limiti posti dalla normativa vigente allora credo che non possiamo più essere vincolati da una legge regionale tutt’altro che funzionale per il territorio, visto che ne tarpa le ali dello sviluppo».

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