Ci sarà pure un nuovo numero di telefono di riferimento. Peccato però che, quando si prova a digitarlo, non risponda nessuno. «E come si potrebbe? Non abbiamo neppure l'apparecchio. Il cellulare che ci avrebbero dato dal Comune? Chi lo ha visto». Dal servizio trasporti del Comune di Sulmona, nessuno vuole apparire ufficialmente per timore di chissà quale ritorsione, ma in tanti hanno voglia di dire la loro soprattutto perché, raccontano «l'utenza spesso dà a noi colpe e responsabilità che non abbiamo. Noi facciamo del nostro meglio affinchè tutto funzioni tuttavia a palazzo san Francesco sembra esserci una strategia che ci sfugge ma che ci isola ogni giorno di più».Dai mezzi sempre più vecchi e ridotti a pezzi, alla impossibilità di far pagare il biglietto ai furbetti di turno «perchè, senza un controllore, non è possibile rivendicare alcunché e quando lo facciamo otteniamo solo insulti e minacce»; l'ultimo fatto che ha sconcertato i lavoratori del settore sarebbe la decisione del Comune di assumere, per la vigilanza della rimessa, un servizio security privato che avrebbe richiesto un compenso di 10 mila euro al mese. Il condizionale è d'obbligo perché, pur provando a chiamare gli uffici a palazzo di città, non si ottiene alcuna risposta. Ma la domanda resta: perché in Municipio hanno deciso di affidare il servizio sorveglianza a dei privati e poi, perchè gli euro destinati alla prestazione d'opera (che se confermata ammonterebbero a 120mila euro l'anno) non si potevano invece investire sul parco macchine o sul personale? «Siamo ogni giorno di più alla deriva - commentano preoccupati dall' autorimessa dell'area industriale - e alle nostre domande nessuno sembra voler dare risposta». Intanto, però, sempre a sentire gli autisti, continuano le aggressioni, non solo verbali, ai loro danni. Uno degli episodi più gravi risale a qualche mese fa quando l'autista donna fu aggredita con un coltello per aver chiesto ad un utente, senza biglietto, di scendere dal mezzo. «Da allora le cose non sono migliorate, anzi. In tanti, continuano a salire senza munirsi di biglietto e quando proviamo a far rispettare le regole quello che riceviamo sono solo insulti e minacce. Così non si può più andare avanti».