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Pescara, 23/11/2024
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10/10/2015
Il Messaggero
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Fisco, scadenza unica “Tax day” il 16 maggio. Soltanto un appuntamento annuale per Irpef, Iva, Imu e persino la Tari. Per i contribuenti ci sarà la possibilità di dilazionare i pagamenti in sette rate. |
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ROMA Il sedici maggio potrebbe candidarsi ad essere uno dei giorni meno amati del calendario. Tra i piani del governo c’è quello di concentrare in un’unica scadenza il pagamento di tutte le tasse. E il giorno individuato per il «Tax day» cadrebbe proprio alla metà del mese delle rose. In realtà, nelle intenzioni del governo, l’accorpamento del pagamento dei tributi in un solo giorno dovrebbe essere una operazione di semplificazione che potrebbe vedere la luce con la legge di Stabilità. Oggi cittadini e imprese, tra tributi locali e nazionali, si devono districare in una gymkana di scadenze che coprono praticamente tutto l’anno. Il progetto sul tavolo di Matteo Renzi, preparato dal sottosegretario all’Economia e segretario di Scelta Civica, Enrico Zanetti, prevede che si passi da sette versamenti ad uno solo, e da sette dichiarazioni a solo due. Il sedici maggio sarebbe il giorno per il pagamento degli acconti e dei saldi di tutte le imposte. Si pagherebbe in quella giornata, per esempio, tutta l’Irpef, che oggi ha invece due scadenze: quella del 16 giugno per il primo acconto e il saldo dell’anno precedente, e quella del 30 novembre, quando si paga il secondo acconto. Si pagherebbe tutta l’Iva. Oggi il saldo della dichiarazione annuale viene versato il 16 marzo, mentre la scadenza dell’acconto è prevista per il 27 di dicembre. Nel «Tax day» cadrebbe anche il pagamento delle tasse sulla casa, o quello che ne rimarrà dopo l’abolizione della Tasi sulle abitazioni principali prevista dal governo. Oggi per l’Imu ci sono due scadenze: una a metà giugno per l’acconto, e una il 16 dicembre per il saldo. Il progetto prevede anche un taglio delle dichiarazioni fiscali che vanno presentate. In questo caso si passerebbe da sette a solo due. La scadenza della dichiarazione Iva, che oggi è fissata al 30 settembre, verrebbe anticipata al 28 febbraio. Nella stessa giornata sarebbero fissati anche i saldi dell’Ivie (l’imposta sugli immobili all’estero) e dell’Ivafe (l’imposta sulle attività finanziarie detenute all’estero), il saldo della Tari, la tariffa sui rifiuti, il diritto annuale al registro delle imprese e la tassa sui libri sociali. LE ALTRE NOVITÀ Anche le dichiarazioni Unico e quella dell’Irap, oggi previste per il 30 settembre, verrebbero anticipate al 31 di maggio. Verrebbero invece soppressi il 770 semplificato (la cui scadenza oggi è fissata al 31 luglio), mentre rimarrebbe inalterata la scadenza del 730. Ma come si risolve, per esempio, il problema del calcolo preciso di quanto dovuto dai contribuenti che oggi viene determinato solo in sede di saldo? Su questo punto la proposta prevede che il 16 maggio si paghi sulla base del «previsionale», ma se quanto versato risulterà insufficiente, il contribuente potrà versare la parte mancante utilizzando il ravvedimento operoso. Su questo, tuttavia, oggi è prevista una sanzione ridotta del 3,75% che però potrebbe essere rivista al ribasso. I BILANCI Quanto poi al pagamento, il contribuente potrà comunque scegliere se versare tutto in un’unica soluzione oppure a rate. In questo secondo caso la dilazione massima consentita sarebbe di sette rate e l’Agenzia delle Entrate avrebbe la possibilità di prelevare gli importi mensili direttamente dal conto corrente del contribuente. La proposta, poi, prevede anche l’ipotesi di abbreviare i tempi di approvazione dei bilanci delle società. Oggi è previsto che le assemblee per l’approvazione dei rendiconti siano convocate una volta all’anno entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale. Una norma che risale al 1942, quando non c’era ancora nessun supporto informatico. Nell’era del digitale i tempi potrebbero essere più rapidi, e il nuovo termine per l’approvazione dei bilanci potrebbe essere fissato a due o tre mesi dalla chiusura dell’esercizio.
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