C’è il rischio che le condotte illecite ad oggi censurate possano essere reiterate. Con poche righe scritte a mano, il Gip del Tribunale, Guendalina Buccella, ha confermato in pieno le richieste avanzate dai pubblici ministeri Fabio Picuti e Stefano Gallo nei riguardi della funzionaria del Comune Patrizia Del Principe, in relazione all’inchiesta sull’Onpi. Resta pertanto valida la misura cautelare “della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio”, con l’aggiunta “che la stessa indagata sia temporaneamente interdetta ogni attività connessa con il pubblico ufficio rivestito”. Una “doccia fredda” per l’indagata di corruzione e turbativa d’asta, (in relazione ad un presunta mazzetta ottenuta da un traslocatore in relazione a lavori all’Onpi e alla ‘cucitura’ di un concorso a tempo determinato sempre presso il Centro anziani, come direttore, nel quale la stessa indagata si sarebbe prodigata nell’inserire le materie oggetto di esame) nonostante non si sia sottratta lunedì a rispondere alle domande del pm in aule Gallo e dello stesso Gip Buccella. Due ore circa di botta e risposta che però non hanno sortito al momento alcun sollievo per l’indagata, a giudicare dalla decisione finale dello stesso Gip.
IL NUOVO RICORDO
Gli avvocati Verini e Madama stanno già mettendo mano al ricorso da depositare al Tribunale della Libertà. Nulla si sa ancora sul destino dell’altro indagato eccellente: il segretario generale del Comune, Carlo Pirozzolo, il primo a sottoporsi all’interrogatorio sette giorni fa. Anche su di lui (assistito dall’avvocato Carlo Benedetti) pende la spada di Damocle della sospensione. La decisione tiene tutti in stand by per le ripercussioni che potrebbe avere sull’andamento della macchina operativa comunale. Pirozzolo non è tornato al lavoro, sta prolungando un periodo di riposo. Il sindaco Massimo Cialente ha disposto subito dopo il terremoto giudiziario (portato avanti dalla Mobile, diretta da Grasso) l’affidamento delle funzioni vicariali al dirigente dell’avvocatura comunale, Domenico de Nardis .
IL SINCRONISMO
Intanto le carte dell’inchiesta evidenziano sul caso della presunta corruzione “il sincronismo” tra le conversazioni telefoniche tra la Del Principe e Bruno Galgani (anche quest’ultimo indagato, titolare della ditta di traslochi, assistito dall’avvocato Luca Bruno) e il giorno in cui è avvenuto l’accredito dei fondi sul conto corrente dello stesso Galgani e soprattutto il prelievo di 200 euro dal bancomat. La proposta (intercettata dagli investigatori) dello stesso Galgani era quella di consegnarle le somme un po’ alla volta “una volta cento..poi duecento”, fino alla consegna di altri mille euro alla Del Principe, fuori l’ufficio postale in via della Crocetta. In realtà il patto prevedeva 1.100 euro. La Del Principe chiarisce “mille e cento erano..te possino…ve bene me li ridarai e non me te fa chiamà sempre a me”. L’indagata in sede di interrogatorio ha chiarito che si trattava di un prestito offerto in passato all’imprenditore.