ROMA A pochi giorni dal consiglio dei ministri chiamato ad approvare la legge di Stabilità, Matteo Renzi apre un nuovo capitolo del già corposo libro degli impegni per la prossima manovra. Ieri parlando a Verona, nell’ambito del tour dei «Cento teatri», il premier ha annunciato l’intenzione di intervenire con delle misure a sostegno delle fasce più povere della popolazione. «Ci sono un milione di bambini sotto il livello di povertà», ha detto Renzi, aggiungendo che «per la prima volta il governo farà un intervento ad hoc». Quale sia l’intenzione e lo stanziamento definitivo lo si saprà solo giovedì prossimo, quando il consiglio dei ministri convocato alle otto di mattina, approverà la manovra sui conti pubblici. Ma i tecnici sono già al lavoro, e sul piatto delle misure anti-povertà ci sarebbe una dote tra i 500 milioni ed il miliardo di euro. Il meccanismo che verrebbe utilizzato per dare un sostegno alle famiglie più bisognose con figli sarebbe simile a quello del bonus-bebé concesso lo scorso anno, ossia un assegno mensile di 80 euro per i redditi Isee fino a 25 mila euro raddoppiabile a 160 euro per quelli fino a 7 mila euro. Soglie e limiti, comunque, saranno stabiliti solo nei prossimi giorni. Ma nel suo viaggio nel Nord-Est (oltre che a Verona, Renzi ha parlato anche a Treviso all’Unione degli industriali), il premier non ha illustrato soltanto le misure anti-povertà. Ha messo sul tavolo anche altri progetti. E gli industriali hanno molto applaudito l’intervento di Renzi. Un dato per nulla scontato nei feudi della Lega e che arriva a pochi giorni dalla protesta choc con la quale Matteo Salvini vuole bloccare l’Italia per tre giorni. Il premier ha parlato dell’orgoglio degli imprenditori che portano il tricolore nel mondo, mentre i gufi «fanno male al paese». Ma soprattutto ha suonato musica per le orecchie degli industriali. Non solo confermando la riduzione dell’Ires sulle imprese che sarà operativa già dal prossimo anno, ma promettendo uno «sconto fiscale per chi investe nella propria azienda».
LO SGRAVIO
Il progetto, un «jolly» come l’ha definito Renzi, al quale il governo lavora da tempo, e già anticipato dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti lunedì scorso all’Emo, la fiera dei produttori di macchine utensili, è quello dei cosiddetti «superammortamenti». Il funzionamento è molto semplice: chi compra un macchinario che vale 100, potrà iscriverlo a 140 ai fini fiscali per l’ammortamento. Significa che invece di dedurre 20 euro l’anno se ne potranno scontare 28. Un bell’incentivo. E soprattutto molto semplice. «La semplicità», spiega Zanetti, «sarà la cifra di questa manovra, non ci saranno più sgravi e incentivi cervellotici e di difficile calcolo come avveniva in passato». Dato l’annuncio fatto da Renzi del bonus fiscale, per evitare che le imprese in quest’ultimo scorcio di anno non comprino più macchinari in attesa dell’incentivo, lo sgravio sarà concesso anche per gli ultimi mesi del 2015. Ovviamente Renzi ha anche confermato che il governo cancellerà Imu e Tasi sulla prima casa, così, ha aggiunto il premier, «finirà una discussione che dura da dieci anni». Ma la misura servirà anche a dare impulso ad un settore, quello immobiliare, che ha perso 500 mila posti di lavoro durante gli anni della grande crisi. Ai Comuni, ha spiegato Renzi, sarà restituito tutto il gettito. Per i sindaci ci sarà anche un’altra carota, l’esclusione dal Patto di stabilità interno delle spese per investimento. Il premier ha poi rilanciato una «lotta dura all’evasione», per «pagare meno ma pagare tutti». Quindi ha evidenziato anche che gli ultimi dati sull’Iva dimostrano «un gettito fiscale superiore a quello della crescita economica». Ma, ha aggiunto, «la lotta all’evasione non si fa giocando a guardia e ladri» piuttosto utilizzando la tecnologia per l'incrocio dei dati e anche grazie alla possibilità di fare la dichiarazione dei redditi on line. Renzi ha poi rivendicato i meriti del suo governo sulle riforme, dal Jobs act al Senato, definendo la maggioranza a guida Pd «un capolavoro»