PESCARA Una legge Regionale che istituisca il reddito di dignità e cittadinanza di 500 euro, attraverso la riduzione del 50% delle retribuzioni ai consiglieri regionali, con rinuncia alle spese di rappresentanza e alle carte di credito di consiglieri e presidente, tutto a beneficio di un fondo per i senza lavoro. Questa la proposta lanciata dal Pd di Pescara che chiede alla politica regionale. «È arrivato il tempo», dice il segretario cittadino Moreno Di Pietrantonio, tra i promotori dell'iniziativa «di dare un grande segnale di cambiamento nella nostra Regione, andando incontro concretamente ai bisogni delle persone più deboli della nostra comunità, le persone senza reddito e in particolare ai giovani. Per Di Pietrantonio il reddito minimo di 500 euro al mese va affiancato a a tutte quelle iniziative formative e di inserimento lavorativo applicate in tutta Europa. Naturalmente occorrono risorse importanti da reperire con scelte coraggiose. Per questo è arrivato il momento di dare concretezza alla riduzione delle indennità Regionali portando da subito le retribuzioni dei consiglieri Regionali da 10 mila euro netti al mese attuali a 5mila, lanciando un altro segnale importante con la rinuncia a carte di credito e spese di rappresentanza». Immediata la replica del Movimento 5 Stelle, il cui cavallo di battaglia è proprio il reddito minimo di cittadinanza.«L'ipocrisia del Pd non ha limiti e ne abbiamo conferma ogni giorno» dice Sara Marcozzi, consigliere regionale M5s, «In Regione il Pd boccia le proposte del M5S e nei Comuni si fa vedere virtuoso e propositivo! La proposta di legge di dimezzamento degli stipendi dei consiglieri regionali l'ha presentata il M5S in Regione un anno fa, io sono la prima firmataria, e i consiglieri regionali Piddini (così come tutti gli altri, a onor di verità) hanno fatto di tutto per non votarla. Mentre la proposta di legge sul Reddito di Cittadinanza l'ha depositata il M5S mesi fa, a firma del collega Riccardo Mercante e attende ancora di essere calendarizzata».