«Quando mi sono insediato, nel 2009, ho trovato una valanga di debiti lasciati dalla precedente giunta D’Alfonso». Lo ha ricordato l’ex sindaco Luigi Albore Mascia, ieri, durante la conferenza stampa convocata per respingere le accuse sui conti in rosso lasciati dalla sua amministrazione ed evidenziate nel dossier del ministero dell’Economia. «La relazione del ministero», ha affermato l’ex sindaco, «rileva anche aspetti positivi del bilancio per il basso tasso di indebitamento, nonostante la mole di mutui risalenti agli anni 2004, 2005 e 2006 e i ridotti debiti fuori bilancio, 2,5 milioni l’anno quasi tutti riconducibili alla passata amministrazione D’Alfonso». «Nel 2009», ha proseguito, «dovetti affrontare una questione delicata: il lodo esecutivo presentato dall’Enel per un debito di 13 milioni lasciato dal mio predecessore». Poi Mascia ha fatto presente che la relazione del ministero«è carente del fatto che, ad esempio, il Comune era creditore di circa 7 milioni di euro dal ministero della Giustizia per la manutenzione del tribunale. Per non parlare della Tares non pagata a fine anno 2013 per oltre 7 milioni di euro e i crediti vantati dall’Aca, per 8 milioni, conseguenza della folle convenzione di D’Alfonso nel 2004».di Andrea Bene wPESCARA «Abbiamo lasciato i bilanci in ordine, non è vero che abbiamo sforato il Patto di stabilità nel 2013». L’ex sindaco Luigi Albore Mascia ha rotto finalmente il silenzio e ha commentato il dossier inviato la settimana scorsa dal ministero dell’Economia in cui sono contenuti i risultati dei controlli effettuati sui bilanci dell’ente da un esperto del discastero Quirino Cervellini, dalla fine di gennaio alla metà di marzo scorsi. In quel documento ci sono dei rilievi pesanti per ciò che riguarda i conti del 2011, 2012 e 2013. Si parla addirittura di bilanci inaffidabili e poi viene indicato uno sforamento del Patto di stabilità interno nel 2013. Sforamento, ora all’analisi della Corte dei conti, che potrebbe comportare sanzioni amministrative per gli ex amministratori della passata consiliatura, tra cui la restituzione del 30 per cento delle indennità percepite nell’anno successivo allo sforamento. Ma ieri l’ex sindaco, ora consigliere, ha convocato i giornalisti, insieme ai suoi colleghi di Forza Italia, Ncd e Pescara futura e all’ex assessore al bilancio Massimo Filippello, per parlare di quel dossier e per respingere le accuse avanzate dal ministero e sottolineate in un’altra conferenza stampa, di qualche giorno fa, dall’attuale sindaco Marco Alessandrini e dall’assessore al bilancio Adelchi Sulpizio. «Ci sono documenti che attestano che la nostra amministrazione in cinque anni ha operato con grandissimo senso di responsabilità, con coscienza, rispettando anche il Patto di stabilità», ha detto Mascia, «e i rilievi che vengono effettuati dal ministero dell’Economia possono essere tranquillamente e serenamente confrontati con ciò che oggi stiamo dicendo». L’ex sindaco ha ricordato, in proposito, che la sua amministrazione è stata tra le prime in Italia a sperimentare il bilancio armonizzato, ossia il bilancio impostato sulla cassa e non più sulla competenza. Nel 2012 mancavano regole certe e noi siamo stati cavie della sperimentazione». Poi, Mascia ha affrontato il tema dei crediti inesigibili, anche questo un tema contestato dal ministero. «L’ente dal 2009 al 2013», ha affermato, «ha sempre avuto un atteggiamento prudenziale sui residui con apposizione in bilancio solo del 50 per cento delle somme risultanti dai ruoli affidati a Soget per la riscossione. In quegli anni abbiamo cancellato residui attivi per quasi 40 milioni di euro».