«Si scrive Legge di stabilità, ma si legge di fiducia». E poi «Italiacolsegnopiù», il nuovo titolo lanciato su Twitter, dove arriva «la prima finanziaria della storia» con le misure spiegate in 140 caratteri. Il premier Renzi avverte tutti: «Stavolta niente fregature, le tasse scendono in maniera sorprendente». Cifre poche, numeri col contagocce, e quelli che arrivano ballano un po’. «La manovra modello base è da 27 miliardi, quella accessoriata vale 30 miliardi». La battuta dice che gli è scappata, mentre il ministro Padoan che gli sta accanto lo guarda un po’ di traverso. Difficile credergli. Poi annuncia di avere fretta, deve volare a Bruxelles per il Consiglio europeo ma si trattiene a lungo anche per spiegare che quella forchetta di tre miliardi dipende proprio dalla Commissione Juncker. Nella Legge di stabilità per ora sono calcolate solo due clausole di flessibilità concesse dalle regole di bilancio europee: riforme e investimenti. Se dovesse arrivare anche la terza sui migranti, il deficit può salire ancora fino a un punto di Pil, «ma sia chiaro che noi rispettiamo le regole e siamo tra i pochi a farlo» replica Renzi ai cronisti che gli ricordano che si tratta di una manovra finanziata in gran parte col debito. Pochi minuti prima da Bruxelles giungevano nuove raccomandazioni dal vicepresidente della Commissione Valdis Dombrowskis, che consigliava all’Italia «prudenza». «Padoan non può rispondere, lo faccio io e ricordo che quelli che danno lezioni di rigore sono i primi a violare le regole». Discorso chiuso. «Noi stiamo dentro il patto, chiediamo solo di usare le deroghe previste» completa il ministro che durante tutta la conferenza stampa è una spalla perfetta del premier. Il tandem tra i due funziona anche sugli argomenti più spinosi come quello dell’aumento a 3mila euro della soglia del contante. «Rivendico una lotta all’evasione come non è mai stata fatta, abbiamo approvato la legge antiriciclaggio, siglato gli accordi con la Svizzera, ci sono gli incroci bancari» dice il premier. Una decisione «per rendere le cose più semplici». All’attacco anche sull’abolizione delle tasse sulla casa: «Non è vero che ci sono in tutti i Paesi e difendo una scelta che è tutta politica». Spiega che «la ripresa deve essere incoraggiata e spinta. L'unica cosa è dare uno choc fiscale, e il più forte è quello sull’Imu e la Tasi sulla prima casa». Le ragioni del governo stanno tutte nell’aumentare la fiducia «sull’Italia che sta meglio, che è in ripresa. Prima arrancava mentre il mondo tirava - dice il capo del governo - ora è ripartita e il mondo non si sente benissimo». All’azzardo del parallelo, Padoan solleva un sopracciglio ma poi resta una sfinge davanti alle scariche di ottimismo del premier. E se la spendig review è scesa dai 10 previsti ai 5,8 miliardi effettivi, Renzi ricorda che prima di questo governo «era a livello zero». Poi sale sul podio della sala stampa di Palazzo Chigi per elencare le misure. Per il governo sono «solo le buone notizie»: dalle pensioni agli interventi per il Sud, il pacchetto povertà e gli incentivi alle imprese, lo stop all’Imu e Irap agricola. Conferma che il canone Rai sarà in bolletta, scende a 100 euro e il prossimo anno a 95. Poi senza nasconderlo ammette che lo sconto dell’Ires slitta al 2017: si può anticipare solo se i tirchioni di Bruxelles concederanno quei 3 miliardi della terza clausola sui migranti. L’ammortamento al 140 per cento invece è confermato e «partirà da domani, chi investe in macchinari potrà farlo da subito senza aspettare il 2016». Una concretezza che piace agli industriali e il presidente Giorgio Squinzi dà «un giudizio positivo dal primo esame» con «elementi che corrispondono al massimo che si può fare». «Quattro meno» il voto impietoso dato dal segretario Cgil Camusso che al segno più di Renzi replica con gli aspetti tutti negativi: «Pensioni senza flessibilità meno lavoro, meno lotta all’evasione fiscale, meno sanità e meno salario». Oggi i sindacati confederali si riuniranno per decidere le iniziative da intraprendere. Non è escluso uno sciopero della pubblica amministrazione. Già questa mattina l’Usb protesterà sotto la sede del ministero della Pubblica amministrazione.