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Pescara, 23/11/2024
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Data: 16/10/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
FiscoTasi, sconto da 5 miliardi Alle imprese taglio Ires dal 2017. Azzerato il prelievo sulle abitazioni principali, esentati anche gli inquilini.

ROMA Via per sempre la tassa sull’abitazione principale, che si chiami Tasi come nella maggior parte dei casi o Imu come accade per le dimore di pregio. Via l’Imu anche per i terreni agricoli (ma non per i fabbricati) e per i macchinari cosiddetti imbullonati, ovvero ancorati al suolo: quelli che nella fase di interpretazione delle norme fiscali venivano spesso equiparati ad immobili. È questo pacchetto, che vale da solo quasi cinque miliardi, a dare il segno della riduzione della pressione fiscale per il prossimo anno: non solo per le dimensioni che sono comunque rilevantissime, ma anche per la funzione assegnata dal premier Renzi al capitolo della fiscalità immobiliare: quella di dare una spinta alla fiducia degli italiani alimentando per questa via la quota del prodotto interno lordo legata ai consumi. Le misure sono disegnate con attenzione proprio in vista di questo obiettivo, e dunque non dovranno contenere alcuna ambiguità: per cui si è preferito lasciare in piedi un prelievo articolato formalmente su due tributi, Imu e Tasi, con il tetto massimo complessivo fissato all’11,4 per mille. Sulla carta, se la norma non sarà modificata su questo punto, i sindaci dovrebbero avere meno agio di sfruttare lo 0,8 aggiuntivo (rispetto al tetto della sola Imu) visto che questo era legato alla concessione di detrazioni per l’abitazione principale, ora del tutto esentasse. Sarà invece cancellata la quota (10-30 per cento) a carico degli inquilini, che però a questo punto si riverserebbe sui proprietari.
L’INTERVENTO
Quanto all’intervento per le imprese, a un certo punto nelle intenzioni del premier avrebbe dovuto rappresentare una sorta di contrappeso rispetto all’alleggerimento della fiscalità immobiliare, anche agli occhi delle autorità europee. Nel 2016 questo intervento ci sarà ma un po’ meno robusto. Se non arriverà un accordo con la Ue sull’ulteriore flessibilità legata all’emergenza immigrazione, per liberare in tempi rapidi altri 3,1 miliardi, la riduzione dell’aliquota Ires al 24 per cento verrà rinviata al 2017. Si tratta di una percentuale più bassa di quella che dal prossimo anno sarà applicata in Spagna sulle società: nel nostro Paese però esiste anche l’Irap, che pure in senso stretto non è un’imposta sugli utili visto che la base imponibile è più ampia. Sull’imposta regionale, che già lo scorso anno era stata alleggerita della componente costo del lavoro, si potrebbe tornare ad intervenire nel 2018, con la cancellazione della componente interessi passivi; mentre l’Ires sarebbe ulteriormente alleggerita, forse di altri quattro punti.
LE ALTRE MISURE
Intanto però per il 2016 le imprese si dovranno accontentate del cosiddetto superammortamento, che comunque è una misura significativa. I loro investimenti in macchinari saranno premiati con la possibilità di conteggiare nel corso degli anni il 140 per cento del costo sostenuto, invece del 100.
Dal punto di vista delle nude cifre la riduzione di tasse più rilevante (quasi 17 miliardi) resta l’eliminazione delle clausole di salvaguardia su Iva e accise: nella psicologia del contribuente si tratta però più di uno scampato pericolo che di un’effettiva fonte di sollievo.

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