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Data: 16/10/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Appalti Atac senza gare: 2 miliardi in cinque anni. Relazione dell’anticorruzione: utilizzo frequente della «procedura negoziata». Una prassi consolidata che coinvolge le amministrazioni Alemanno e Marino.

ROMA Affidamenti senza gara per due miliardi di euro in cinque anni. Con «un frequente ricorso alla procedura negoziata con e senza pubblicazione di bando». I valori oscillano dal 99 per cento del 2011 all’84,7 di questo anno. Il trend coinvolge in misure più o meno simili le amministrazioni di Gianni Alemanno e di Ignazio Marino. Quelle di destra e quelle di sinistra. Sembra la relazione sul Campidoglio ai tempi di Mafia Capitale stilata dall’Anticorruzione (la somma è suppergiù simile), ma questa volta le indagini di Raffaele Cantone si concentrano sull’Atac, la moribonda azienda di trasporti, che oltre a tormentare la vita dei romani potrebbe adesso aprire un nuovo filone d’indagine sull’opacità degli appalti per forniture e servizi nella più grande municipalizzata d’Italia. Dalle pensiline ai pezzi di ricambio.
Un diluvio di euro transitati quasi sempre attraverso procedura negoziata, anche se, scrive Cantone, «le disposizioni vigenti le attribuiscono carattere di eccezionalità imponendo adeguate motivazioni». Una prassi consolidata. «Una puzza di bruciato di cui mi sono subito accorto» ricorda l’assessore Stefano Esposito che dopo settanta giorni vissuti contromano in Campidoglio ha mandato tutti i faldoni all’Anac e ieri, una volta ottenuta la conferma del sospetto, è andato subito in Procura per consegnare a Giuseppe Pignatone un «dossier di cento pagine» su tutti i mali di Atac. Quelli visibili, come l’inefficienza del servizio con i mezzi che collassano per strada e non passano, e quelli sommersi, anzi da mondo di mezzo, come l’affare degli appalti fuori controllo. Il giudizio politico di Esposito è inequivocabile: «Serve un commissario, l’intero cda va subito decapitato». Al momento il direttore generale Francesco Micheli si è dimesso, l’ad Danilo Broggi ha la valigia pronta da settimane. Il Comune non sa come muoversi: l’assemblea dei soci è convocata per mercoledì. Marino deve decidere se nominare il nuovo cda o se aspettare che ci pensi il commissario nominato dal prefetto Franco Gabrielli.
LA RELAZIONE
Ma sono i numeri messi in fila dall’Anac a fare impressione. Nel 2011, terzo anno di Gianni Alemanno in Campidoglio, le procedure senza bandi «hanno fatto registrare valori pari al 99,4 % del numero degli appalti di forniture, di lavori (92, 98%) e di servizi (98,94%)». Oltre diecimila affidamenti per quasi mezzo miliardo di lire. Passati senza le procedure ordinarie. Un trend che si è ripetuto anche l’anno successivo e nel 2013 senza mai scendere sotto alla poco lusinghiera media del 99,7% di lavori, forniture e servizi che sono stati aggiudicati da aziende in maniera poco trasparente per Anac. La musica però non è cambiata più di tanto nemmeno sotto la giunta Marino.
Nell’anno 2014 (targato interamente dal chirurgo dem) l’azienda della Prenestina, scrive l’Anac, è arrivata al «87,58 % di appalti di forniture, pari all’86,36 di lavori e il 65 di servizi» senza mai rispettare le regole di trasparenza imposte dall’Anti corruzione. A partire dalla pubblicazione dei bandi. Valori che si sono ripetuti in egual misura anche nell’anno in corso. Morale: oltre due miliardi di euro sfuggiti ai radar delle norme.
L’ESPOSTO
In Campidoglio una storia così è stata all’origine dell’inchiesta di Mafia Capitale. L’Anticorruzione ha chiesto all’azienda una relazione dettagliata su questi cinque anni «entro trenta giorni». La procura della Repubblica attende l’esposto dell’assessore. L’attuale dirigenza dell’Atac, seppur acefala, con una nota fa sapere: «Oltre il 90% del valore degli acquisti aziendali viene svolto tramite gare di appalto telematiche». In poche parole se si rompono gli autobus i pezzi vengono comprati on line dove c’è un preciso albo. Anche se, sempre da Atac, ammettono come appena si insediò la nuova dirigenza con il cambio di giunta «ci trovammo davanti a una lunga serie di proroghe di gara che abbiamo interrotto». Sono molti però a scommettere che su questi binari possa correre un nuovo filone di Mafia Capitale.

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