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Data: 17/10/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atac, dalla vigilanza ai ricambi ecco tutti gli appalti senza gara. L’Anticorruzione: il 90% dei lavori da 2 miliardi degli ultimi cinque anni affidati irregolarmente.

ROMA Tutto (o quasi) senza gara. Dai 357 euro per guanti di protezione («foderati in jersey») a 24 milioni di euro totali per tre appalti di manutenzione annuale di 53 convogli sulle linee metro A e B alle quali si aggiungono decine di voci analoghe, fino ad arrivare ai quasi 50 milioni per il servizio di vigilanza ”spezzettato” in lotti. A scorrere l’elenco di 20.324 appalti Atac che raggiungono i circa due miliardi di euro per forniture e servizi negli ultimi 5 anni, quella che dovrebbe essere l’eccezione - vale a dire la procedura negoziata - nel 90% dei casi è regola. Contravvenendo così a tutte le norme, quelle che vogliono una gara europea per appalti superiori al milione di euro e il ricorso alle procedure negoziate solo in casi straordinari e dietro «adeguate motivazioni». E invece l’affidamento diretto e senza pubblicazione di bando per acquistare pezzi di ricambio per bus e metro, ma anche per la gestione di asili aziendali, sono stati all’ordine del giorno sia durante la giunta Alemanno sia in quella Marino.
LO SPEZZATINO
L’Autorità nazionale anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, ha dato tempo all’azienda dei trasporti pubblici di Roma fino al 15 novembre per fornire spiegazioni, pena le sanzioni previste dalla legge. Sulla base del dossier dell’Anac, portato in procura dall’assessore ai trasporti Stefano Esposito, partiranno anche gli accertamenti della magistratura. L’azienda per ora si difende con una nota: «dai primi riscontri emerge che il dato medio degli affidamenti diretti è minore dell’1%». Per Alfonso Sabella, assessore alla Legalità del dimissionario sindaco Marino, i dati rilevano una discontinuità rispetto al passato: «nel 2011 era stato affidato in procedura aperta (con gara, ndr)il 58,45% della spesa per i lavori, nel 2015 il 68,15%».
Ma è scorrendo voce per voce l’elenco prodotto dalla banca dati di Cantone che si comprende come, anche dal 2013 al 2015, gli appalti siano stati affidati con negoziazioni e senza gara, spezzettando in lotti le commesse. Il caso più eclatante, sotto la giunta Marino, è quello della vigilanza armata e della manutenzione di treni e bus. Per i vigilantes si è fatto ricorso a dieci procedure negoziate senza pubblicazione, che nel totale si aggirano sui 50milioni di euro. Uno dei lotti, nel 2015, è arrivato a superare i 15,4 milioni di euro per servizio di «vigilanza armata, portierato e ronda presso tutti i siti di Atac Spa dal 16 febbraio al 30 settembre con una deliberazione del Cda». Anche i tre lotti (due da 6,5milioni e uno da circa 11 milioni) per la manutenzione di 53 convogli nel 2014-2015 e una costellazione di altri affidamenti per lo stesso servizio con cifre più basse sembrano rientrare nello stratagemma «spezzatino».
I PREMI ASSICURATIVI
Tra il 2011 e il 2012, quando il business di Carminati e Buzzi fa il salto di qualità, il 98% degli appalti Atac per la fornitura dei servizi viene affidato con procedura negoziata. Tra casi più eclatanti rientrano i premi assicurativi, comprati per 25,9 milioni di euro nel 2012. Gli importi possono sembrare più bassi per singola voce, ma il totale è impressionante. Per i soli servizi di pulizia di febbraio 2012 nelle varie sedi aziendali dell’Atac sono stati pagati alla Cometa Srl 522mila euro. Niente gara anche per 1,6 milioni di euro per un «accordo quadro in base al quale affidare ad un unico operatore economico i lavori di manutenzione ordinaria delle gallerie delle linee metro A e B». Negli anni della giunta Alemanno, infine, il sistema «spezzatino», per importi totali milionari, è stata la regola anche per pagare i buoni pasto e per le parcelle delle spese legali.

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