«Chiediamo scusa ai pescaresi e ci impegniamo affinché simili episodi non abbiano più a ripetersi». Dove non è arrivato il sindaco Alessandrini, prova ad arrivare Sel, principale alleato del Pd: 24 ore dopo la conferenza stampa del sindaco, i consiglieri Daniela Santroni e Ivano Martelli mettono nero su bianco che «la vicenda dell’ordinanza di balneazione ha incrinato, a prescindere dal procedimento giudiziario e dal merito, il rapporto di fiducia con i cittadini che a nostro avviso deve preoccupare e interessare la maggioranza di governo». Dichiarazioni di chi ha compreso che le spiegazioni fonrite a più riprese da Alessandrini non bastano a ricucire lo strappo con i pescaresi. «Pur non avendo alcuna responsabilità - aggiungono i due consiglieri - riteniamo l'accaduto un insieme di leggerezze che hanno procurato un danno all’immagine della città».
Una netta presa di distanze dal modo in cui questa vicenda è stata gestita, ma non uno strappo sul piano politico, come Santroni e Martelli si sono affrettati a precisare con una aggiunta -forse sollecitata- alla loro nota del mattino: infatti esortano «a rilanciare tutti insieme l’attività amministrativa su tre punti: efficienza, trasparenza e partecipazione». Il tono è conciliante ma la posizione è neta: «A giorni presenteremo alla giunta e alla cittadinanza un piano di azione “Pescara 2.0” che metta al centro il cittadino, la presa in carico dei suo bisogni, la possibilità di dialogare e confrontarsi con la pubblica amministrazione con facilità di accesso e tempi certi - dicono Martelli e Santroni -. Palazzo di città deve diventare un palazzo di vetro, questo il nostro obiettivo». Né più né meno quanto sostenuto dai consiglieri del Pd che l’altroieri a modo loro avevano sollecitato un cambio di passo nell’azione della giunta e un maggior coinvolgimento del consiglio comunale. Tra i responsabili del pasticciaccio Sel include anche i dipendenti , pur nella consapevolezza delle forti carenze d’organico. «Quanto avvenuto - scrivono i due consiglieri - è stato frutto di errori che coinvolgono la responsabilità politica dell’amministrazione e l'inadeguatezza della macchina amministrativa che non possono più essere tollerate».
IL GIALLO DELL’ORDINANZAE’ la stessa Santroni, infine, a svelare i misteri dell’ordinanza fantasma finita sotto inchiesta: «Vi dico com’è andata. Il 29 luglio c’è stata la rottura della fogna con sversamento a mare. L’Aca informa dell’emergenza Comune e Arta e quest’ultima effettua prelievi e analisi mentre all’istante si procede all’immissione di Oxystrong e alla riparazione del guasto. Il divieto di balneazione non viene emesso subito perché si aspettano i dati Arta che arrivano il 31 agosto: il mare è sporco, dice il report, ma è sabato e a Palazzo di città nessuno legge il fax con i risultati dei prelievi. Il lunedì seguente, 3 agosto, Alessandrini si ritrova sulla scrivania le due ordinanze, quella del divieto di balneazione e l’altra per la revoca». E il resto lo sappiamo.