|
|
|
Pescara, 23/11/2024
Visitatore n. 740.933
|
|
|
|
|
|
17/10/2015
Il Centro
|
Chiodi: la miopia della Regione può affossare la sanità teramana «Non si può penalizzare i nostri ospedali, tutti pubblici, basilari per arginare i colossi marchigiani» |
|
Il capo dell’opposizione bacchetta la giunta che sembra non opporsi ai tagli imposti dal governo
TERAMO Si dice molto preoccupato per il futuro degli ospedali teramani. Gianni Chiodi, ex governatore e capo dell’opposizione in consiglio regionale abbandona il tradizionale aplomb per un crescendo rossiniano. «La mia preoccupazione nasce dal fatto che conosco dal 2010 quali erano le volontà del tavolo di monitoraggio sulla sanità della provincia di Teramo», esordisce, «all'epoca l'agenzia sanitaria nazionale, di cui si avvale il ministero, voleva che nel Teramano scomparissero due presidi su 4: Atri e Sant'Omero. E oggi attraverso il decreto Lorenzin che era già in fieri all'epoca, di fatto si dà seguito a questo progetto. Io mi opposi fortemente per questi e altri presidi: non mi adeguai e feci la riconversione solo per 5 ospedali – alla fine ne rimasero 16 – salvando presidi come Sant'Omero, Atri, Penne e altri ancora». Chiodi osserva che il raggiunto l’equilibrio di bilancio e il punteggio che ci definisce adempimenti per i Lea «ci pone in una situazione di forza e accettare supinamente decreto, adeguandoci velocemente, comporta secondo me uno scadimento qualitativo dell’offerta sanitaria». Insomma, è dannoso procedere immediatamente a tagli tanto radicali. «Paolucci dice: “Noi puntiamo sull’assistenza territoriale, ma questa non implica necessariamente la riduzione dell'offerta ospedaliera, perchè siamo in equilibrio strutturale. Nel caso in cui le Marche facciano un recepimento solo formale del decreto, rimandandone nel tempo l’ attuazione, come sembra, noi depotenziando l’ospedale di Sant’Omero regaleremo loro tutta la Vibrata. Così aumenteranno i costi della mobilità passiva e si ridurranno le risorse che l'Abruzzo ha per investire sulla sanità». Ed ecco l’affondo: «A me sembra un’operazione miope: non credo sia incapacità di comprendere le conseguenze di questa supina adesione al decreto del ministero, ma sia piuttosto debolezza istituzionale nel confronto con il governo. Prima sostenevano fosse indispensabile per uscire commissariamento, ora non lo dicono più: è palese che non ha più alcun fondamento giuridico avendo la Regione Abruzzo raggiunto l’equilibrio strutturale di bilancio, avendo un punteggio adempiente per i Lea, avendo rimborsato tutte le distrazioni dal fondo sanitario (cioè 528 milioni) precedenti alla mia amministrazione. E comunque se uscire dal commissariamento significa massacrare le prospettive di sanità degli abruzzesi, che resti – chissenefrega – anche perchè il commissario è il presidente della Regione». Chiodi è contrario, poi, all’ipotesi che non si facciano ospedali di secondo livello – i più completi – come si profila all’orizzonte in quanto ce ne possono essere solo due e la scelta si profila difficile. «Dobbiamo sventare questa ipotesi», attacca, «sicuramente per in qualcuno dei presidi che dovranno essere di secondo livello si dovrà integrare con qualche specialistica che magari si dovrà togliere altrove (nel caso di Teramo manca la terapia intensiva neonatale, ndr) ma qualche responsabilità se amministri se le devono assumere. La sanità è importante per nostra provincia: la Asl è l'unica che ha lavorato solo con 4 ospedali pubblici, senza sanità privata garantendo servizi a 300mila abitanti. Basti pensare che Chieti per 380mila abitanti ha 16 strutture fra pubblico e privato, L’Aquila per 300mila, su territorio più vasto, ne ha 16, Pescara con 300mila , e un territorio più piccolo, 6. Non può subire una rarefazione ulteriore: ha già la dotazione meno costosa di altri e ha prodotto utili che sono serviti per compensare le perdite di altri. E' quella più efficiente e non va smantellata anche perchè deve contrastare il colosso dalle Marche e questo è interesse di tutto l'Abruzzo. Gran parte del saldo della mobilità passiva infatti dipende dall'aggressività del sistema marchigiano. Io l'ho preservata per questo motivo e non perchè sono teramano. Non vorrei che con D'Alfonso, che ha un’impostazione molto concentrata su Pescara, e con l'assessore chietino, ci fossero sperequazioni». Chiodi dice di temere anche per la riduzione dei pronto soccorso: secondo lui non possono essere sostituiti dalle ambulanze.
|
|
|
|
|