PESCARA Gaetano Quagliariello lascia la carica di coordinatore nazionale del Ncd dopo aver chiesto invano al suo partito di sciogliere la luna di miele con Matteo Renzi. Il senatore eletto in Abruzzo alle ultime politiche, non svela ancora le sue carte. Ma il professore di Storia dei partiti politici, sa bene che l'Abruzzo ha sempre fatto da laboratorio alla politica nazionale.
Onorevole, si dice che lei abbia in mente l’assalto alla grande area moderata, il partito che dopo la Dc in tanti hanno tentato di ricreare sempre mancando il bersaglio.
"Non intendo fondare l'ennesimo partitino, tanto meno confessionale. In questo scorcio di secolo, molti principi del cattolicesimo parlano anche a chi non ha fede. Non c'è bisogno di essere cattolici per ritenere che un bambino abbia diritto a due genitori, non tre o quattro, e di sesso diverso. O che affittare il proprio utero sia una degrado per la donna. In Italia c’è ancora una maggioranza di persone occidentali in politica estera, liberali in economia, cristiane nei principi. Questa maggioranza è diventata silenziosa. Attende qualcuno che le dia voce".
Una delle obiezioni nell’Ncd è che sarebbe stato incomprensibile uscire adesso dal governo Renzi .
"In questo caso sarebbe incomprensibile, ma purtroppo non è così: le riforme sono di Renzi: del leader di una nuova sinistra non più ideologica, moderna, spregiudicata, che tende a occupare tutto. Ncd è solo un donatore di sangue".
Negli ultimi anni lei è stato un riferimento importante anche per la politica abruzzese, l'uomo del dialogo e dell'apertura della coalizione di centrodestra ai movimenti civici. Oggi da Federica Chiavaroli a Paolo Tancredi, sembrano fare spalluccia di fronte alla sua scelta. Cosa risponde?
"Quando arrivai in Abruzzo trovai un Pd dilaniato. Se mi fossi messo a seguire quelle logiche, starei ancora a fare mediazioni. Lo stesso accadde alla fine delle ultime elezioni politiche: all'inizio ero completamente solo, voi titolaste "la solitudine dei numeri primi". Decisi di parlare all'esterno e da lì derivò una incredibile vittoria grazie alla quale anche Federica è stata eletta. Paolo e Federica sono dei bravissimi parlamentari. Mi sembrano oggi un po' troppo chiusi nel palazzo. C'è bisogno di chi torni a parlare all'esterno. Io lo faccio senza calcoli e senza coinvolgere nessuno nel mio rischio".
C'è anche chi fa valutazioni più personali: se ne è andato perchè Renzi non l’ha voluto a Palazzo Chigi. E' così?
"Che questo venga detto all'esterno è inevitabile. Direi scontato. Replico che non ho mai chiesto di fare il ministro e che nessuno mi può smentire. All'interno l'accusa è invece un po' più vigliacca perché tutti sanno che, ministro del governo Letta, ho rinunziato a entrare nel governo Renzi per l'ingrato compito di coordinatore nazionale".
Come si fa a creare un centrodestra alternativo e moderato in un quadro politico così disomogeneo?
"Prescindendo dai nomi e dalle etichette. Oggi è necessario fecondare con le idee un grande movimento civico nazionale che possa vincere contro il Pd di Renzi e sbarrare la strada a Grillo, a Roma, Milano, Napoli, Torino, Trieste. Se ciò accadesse, inizierebbe un'altra storia"