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Pescara, 23/11/2024
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20/10/2015
Il Messaggero
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Statali Stretta sulle assunzioni caccia ai fondi per il contratto. Pa, nel 2016 i nuovi ingressi limitati al 40% della spesa del personale andato in pensione. Dirigenti, un posto su due se vacante sarà cancellato. Dai risparmi i soldi per gli scatti . |
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ROMA Non solo i dirigenti. Nel pubblico impiego si prepara una nuova stretta. Il turn over, il meccanismo che permette di sostituire i dipendenti che vanno in pensione assumendo giovani, subirà un nuovo giro di vite. Il prossimo anno, dopo anni di blocchi e limiti stringenti, le amministrazioni pubbliche avrebbero potuto ricominciare ad assumere con l’obbligo di rispettare solo un limite: non spendere più del 60% di quanto speso nell’anno precedente per il personale di ruolo andato in pensione. Un tetto, quest’ultimo, valido per le amministrazioni dello Stato centrale, mentre per quelle dei Comuni e delle Regioni, il tetto era più alto, l’80% della spesa sostenuta nei dodici mesi precedenti. La legge di Stabilità, che ieri sera era ancora in fase di limatura, prevede invece che questo limite sia portato per il 2016 al 40%. E questo sia per le amministrazioni centrali che per quelle locali. Questo significa anche per il prossimo anno una riduzione netta dei dipendenti della pubblica amministrazione. L’unica eccezione riguarderà l’assunzione di 150 dirigenti mediante apposite procedure gestite dalla Scuola superiore della Pubblica amministrazione (che, tra le altre cose, sarà commissariata), oltre a 50 giovani da destinare alla carriera prefettizia, altrettanti per quella diplomatica e 20 posti per l’avvocatura dello Stato. Come detto, fino a ieri a tarda serata, il testo della legge di Stabilità approvato dal consiglio dei ministri giovedì scorso, era ancora in fase di scrittura. Dunque le percentuali potrebbero ancora cambiare. Quello che resta è la filosofia di fondo della norma sugli statali inserita nella manovra. IL PIANO La nuova stretta dipende dall’impostazione che il premier Matteo Renzi ha voluto imprimere alla trattativa sul rinnovo del contratto che, dopo sei anni consecutivi di blocco, il governo si è visto costretto a riavviare dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha giudicato illegittimo lo stop pluriennale. L’intenzione è di non far aumentare il costo del personale dello Stato. Tutto quello che verrà concesso come aumento contrattuale, dunque, dovrà essere recuperato dallo stesso comparto degli statali. E la stretta del turn over è solo una delle misure di contenimento inserite dal governo all’interno della manovra. Il giro di vite maggiore è quello che riguarda i dirigenti. Innanzitutto saranno cancellati la metà dei posti da dirigente che sono attualmente vacanti all’interno della pubblica amministrazione. Rispetto alle premesse della vigilia, la norma risulta in qualche modo ammorbidita. La settimana scorsa, dopo il consiglio dei ministri, era circolata l’ipotesi di una cancellazione totale dei posti da dirigente non occupati. Ma le norme più controverse riguardano il taglio del trattamento accessorio e i premi della dirigenza pubblica. Sulla prima voce la riduzione prevista dalle bozze della manovra è del 20%. Sulla seconda voce è del 10%. Si tratta di elementi importanti delle buste paga dei dirigenti pubblici, dove la parte variabile dello stipendio può arrivare al 50% della retribuzione. La sforbiciata alle voci accessorie è stata la causa che ha portato “all’ammutinamento“ di venerdì scorso dei tecnici della Ragioneria generale dello Stato, che erano stati precettati anche per lavorare anche il week end per mettere a punto il testo della Stabilità, ma che invece hanno spento i computer subito dopo la pausa pranzo rompendo le righe. Una protesta senza precedenti. L’alleggerimento delle buste paga riguarderà anche gli staff dei ministri e dei sottosegretari. Per loro ci sarà una doppia sforbiciata: un taglio del 10%per i contratti di collaborazione coordinata e continuativa e un taglio, sempre del 10%, per gli uffici di diretta collaborazione. Ma quante risorse per il rinnovo del contratto pubblico si riusciranno a ricavara da questa sequela di tagli? Renzi, in conferenza stampa, aveva parlato di 300 milioni di euro, ma anche la stretta sul turn over non sarebbe sufficiente a recuperarli. Nelle tabelle diffuse dopo il consiglio dei ministri, la cifra è stata limata a 200 milioni. In entrambi i casi, comunque, si tratta di fondi ritenuti assolutamente insufficienti da parte dei sindacati.
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