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Pescara, 24/11/2024
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Data: 20/10/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Manovra, l’Italia passa l’esame Ue pronto il via libera di Bruxelles. Rimane però in bilico lo “sconto-migranti” sul deficit Padoan: «Giù tutte le tasse, non soltanto quelle sulla casa».

BRUXELLES Nonostante alcuni dubbi sui numeri dell'aggiustamento strutturale e sulle singole misure, la Commissione europea sembra orientata a dare un primo via libera al progetto di Legge di Stabilità dell'Italia, concedendo al governo Renzi la possibilità di attuare la prima manovra espansiva dopo anni di austerità. Entro venerdì, l'esecutivo comunitario deve notificare ai singoli governi il rischio di una «inosservanza particolarmente grave degli obblighi di politica di bilancio definiti nel Patto di Stabilità e Crescita», che potrebbe giustificare una richiesta di riscrittura dei progetti di bilancio. Ma per l'Italia c'è un «buon clima», hanno detto all'Ansa fonti qualificate, sottolineando che la situazione è «più solida» rispetto al 2014, quando la Commissione costrinse il governo a modificare alcune disposizioni della manovra per evitare una clamorosa bocciatura. Quest'anno «non ci sarà rinvio», hanno assicurato le fonti. Altri funzionari invitano alla prudenza. La decisione non è ancora formalizzata ed è probabile che Bruxelles chieda misure aggiuntive a novembre, quando darà il giudizio definitivo. Ma le considerazioni di ordine politico e la situazione economica della zona euro spingono l'esecutivo comunitario a mostrarsi meno rigido che in passato.
Messa di fronte al rallentamento della Cina, alle ripercussioni sulla macchina da export della Germania e ad una ripresa più incerta del previsto in buona parte della zona euro, la Commissione non vuole rischiare di mettere un altro freno all'economia. Renzi, poi, può beneficiare di una solida apertura di credito per le riforme avviate. A luglio, Commissione e Ecofin avevano già concesso all'Italia la clausola sulle riforme, garantendo una flessibilità dello 0,4% di Pil rispetto agli obiettivi di bilancio previsti dal Patto di Stabilità. Il negoziato condotto dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sulla clausola per gli investimenti sembra portare frutti: se il via libera sarà confermato a novembre, il governo avrà a disposizione un altro 0,3% di Pil, come già preventivato dalla Legge di Stabilità. Padoan ha parlato di «quadratura del cerchio». Ma la flessibilità legata alla crisi dei migranti è in dubbio: l'esecutivo Ue non appare intenzionato a considerare l'ondata di rifugiati come una circostanza eccezionale, tale da giustificare un aumento ulteriore del deficit dello 0,2%, che il governo vorrebbe destinare alla riduzione dell'Ires.
I PUNTI DEBOLI
Rispondendo alle critiche emerse in Italia e a Bruxelles sull'abolizione della Tasi, Padoan ha detto che la Legge di Stabilità «abbassa tutte le imposte: sulle famiglie, sulle imprese, sul lavoro», e non solo quelle sulla casa. Ma il ministro ha anche ammesso che la trattativa con la Commissione è «un processo continuo e questo non vuol dire che l'opinione del governo e dei commissari siano assolutamente identiche». Del resto, con un debito oltre il 130% del Pil l'Italia rimane un osservato speciale. I dubbi non si limitano all'abolizione della Tasi; la spending review è giudicata deludente rispetto all'obiettivo di 10 miliardi contenuto nel Def di aprile. La Commissione avrebbe voluto molto di più sulla riorganizzazione delle esenzioni e deduzioni fiscali. La decisione di rinviare il pareggio di bilancio al 2018 deve ancora essere oggetto di negoziati. E l'esito non è scontato.

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