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Pescara, 23/11/2024
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Data: 20/10/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Nuova aggressione, schiaffi all’autista: camicia strappata e cellulare spaccato

Sassaiole, martellate contro i vetri e schiaffi. Sputi e insulti, lamentele che sfociano in aggressioni. Bersagli di turno sono gli autisti degli autobus. Valvola di sfogo di ritardi e lunghe attese alle fermate. Ieri l’ultima violenza. Un conducente in servizio sulla linea 544 è stato aggredito da un viaggiatore. All’ora di pranzo, alla fermata Edoardo Persico, in zona Tiburtina, un passeggero ha strattonato l’autista, strappandogli la camicia, prendendolo a schiaffi e provocando la rottura del telefono cellulare che l’autista avrebbe avuto in tasca. Subito dopo è sceso dal mezzo. La centrale operativa dell’Atac è intervenuta inviando personale sul posto. Ancora da chiarire le cause dell’aggressione. L’azienda capitolina dei trasporti «stigmatizza l’ennesimo atto di violenza compiuto ai danni del personale mentre svolge il suo importante ruolo di servizio pubblico e invita i passeggeri a un maggiore senso civico, necessario per poter svolgere un servizio di trasporto decoroso».
Per gli autisti di bus, la Capitale sta diventando sempre più pericolosa. L’ultimo caso risale ad appena due giorni fa. Un conducente, in servizio sulla linea 14, è stato aggredito da un automobilista. L’aggressore, per motivi ancora imprecisati, ha affiancato il conducente mentre il bus effettuava la fermata in via Prenestina all’altezza Alberto da Giussano. In un primo momento l’automobilista ha preso a calci la vettura, poi ha aperto il cofano della sua auto, ha afferrato un martello con il quale ha mandato in frantumi il finestrino lato guidatore e ha colpito l’autista alla spalla. Un altro autista, il 30 settembre, in servizio sulla linea 051 all’altezza di via don Primo Mazzolari, Prenestina, è rimasto ferito al volto da alcune schegge di vetro dopo che un passeggero aveva colpito con un pugno la porta della cabina. L’uomo aveva chiesto all’autista di modificare il percorso del bus e al suo rifiuto aveva scatenato la sua rabbia tirando un pugno contro la porta a vetri.

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