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Data: 23/10/2015
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Verso il contratto unico di Tua - Societa' unica trasporti: governo taglia, ''Rischio privatizzazione'' Accordo vicino su contratto unico, resta nodo costi dei dirigenti

L'AQUILA - Rischia di fermarsi a pochi metri dal nastro di partenza il viaggio della Tua, la società unica dei trasporti nata dalla fusione delle esistenti Arpa, Gtm e Sangritana.
Secondo quanto appreso da fonti sindacali, il governo nazionale avrebbe infatti l’intenzione di ridurre il contributo statale di 12 milioni di euro per il 2016 e l'unica strada potrebbe diventare quella della privatizzazione. Quanto intanto si sta arrivando finalmente ad un accordo sul contratto unico, che deve uniformare i trattamenti di dipendenti che provengono dalle tre società che si sono fuse, e che potrebbe essere sottoscritto lunedi prossimo.
Se verrà confermato il fosco scenario la neonata società si troverà davanti a un bivio: tagliare i costi e moltiplicare i ricavi, oppure, strada già percorsa da altre regioni, vedi la Toscana, mettere cioè sul mercato sul mercato i 45 milioni di chilometri di corse, con conseguenze che potrebbero essere drammatiche in termini di tagli occupazionali, aumento dei biglietti, tagli di corse nelle aree meno appetibili in termini di clientela viaggiante.
A lanciare l’allarme i sindacati che hanno partecipato martedì sera all’incontro su contratto unicocon il presidente della Tua, Luciano D’Amico, che è anche rettore dell'Università di Teramo, e il consigliere regionale Camillo D’Alessandro, che nonostante non sia più sottosegretario dopo il rimpasto di Giunta mantiene la delega ai trasporti.
Sia D’Alessandro che D’Amico hanno paventato lo spettro della privatizzazione, anche per indurre a più miti consigli i sindacati e rafforzare la necessità dei sacrifici da fare per far quadrare i conti.
Sarebbe una fine impietosa per una società appena nata e presentata in pompa magna come una autentica macchina da guerra con 1.500 dipendenti, pronta a conquistare addirittura altri mercati del trasporto pubblico.
L’accordo sul contratto comunque è vicino, ma ora l’interesse comune di società e sindacati è quello di riuscire anche in fretta a aumentare i ricavi fino al 35 per cento, dall’attuale 25 per cento: unico modo per evitare il taglio dei 12 milioni da parte del governo, che più del 65 per cento dei costi non può coprire.
Operazione possibile, ribadiscono i sindacati ad AbruzzoWeb, purché si proceda, tanto per cominciare, a chiedere maggiori sacrifici, nel nuovo contratto unico, non solo al personale viaggiante, che ha già dato, ma anche al personale amministrativo e ai dirigenti.
E proprio in virtù della situazione per stressa ammissione di D’Amico definita “non facile”, i sindacati chiedono innanzitutto certezze sulla effettiva e immediata riduzione del numero e delle retribuzioni dei dirigenti e dei quadri.
Il segretario generale dell’Ugl trasporti Giuseppe Lupo evidenzia infatti a questo giornale che “per ora i sacrifici che saranno ratificati nel contratto unico lo hanno fatto solo il personale viaggiante, che dovrà aumentare le ore effettive di lavoro, e di ore lontano da casa, comprendendo le pause nelle varie fermate e stazioni, mentre agli impiegati l’aumento di orario di lavoro da 37,5 a 39 sarà compensato da un proporzionale aumento dello stipendio”.
Una "disparità inaccettabile" per Lupo, pronto a dare battaglia lunedì prossimo, quando oramai il contratto unico sarà arrivato a una bozza quasi definitiva.
LE NOVITA' SUL CONTRATTO
Vanno infatti definiti solo gli articoli relativi al diritto di sciopero e ai turni festivi di alcune categorie. C’è un sostanziale accordo sul cosiddetto “zainetto”, ovvero gli aumenti di stipendi e scatti di carriere da parte di ciascun lavoratore.
“Zainetti” diversi nelle tre società che sono state oggetto di fusione e che rimarranno tali per gli attuali lavoratori.
Non si applicheranno, invece, per i nuovi assunti che, per esempio, con 16 anni di anzianità potranno ambire al massimo a un aumento di stipendio di 160 euro mensili, mentre oggi si arriva anche a 500 euro.
Altra partita decisiva è quella del taglio del numero dei dirigenti che attualmente sono una quindicina. Due di loro costano 230 mila euro lordi, gli altri intorno a 120 mila euro lordi.
I sindacati chiedono con forza la riduzione del loro numero "del tutto ingiustificabile", e soprattutto la riduzione del compenso a 84 mila euro lordi per tutti.
Poi ci sono i 58 quadri che godono di varie premialità relative a mansioni specifiche relative però alle vecchie società. Si parla di cifre che vanno dai 6 mila euro a 22 mila euro lordi l’anno. Si chiede in questo caso un azzeramento.
Per quanto riguarda la riduzione del compenso e del numero dei dirigenti D’Amico a tal proposito ha annunciato che c’è già un accordo con i sindacati dei manager.
CISL: "MA NERO SU BIANCO NON C'E' NULLA"
Ma nero su bianco non c’è ancora nulla, protesta Alessandro Di Naccio, segretario generale della Fit Cisl Abruzzo e Molise.
“I dirigenti hanno costo altissimo e sono troppi l’accordo con il cda della Tua è quello di ridurli a 5 per settore trasporto su gomma, e a uno solo per il ferro, per l’intera società basta un direttore generale dei tre che c’erano, e un solo vice direttore”.
Il taglio, però, va formalizzato contestualmente al nuovo contratto unico, in modo tale che “a quel punto se un dirigente non accetterà il nuovo trattamento economico potrà ricevere il preavviso di 12 mesi per il licenziamento”.
Insomma, il sindacato teme che sulla riduzione del numero dei dirigenti, viste le fortissime pressioni politiche, e il forte potere contrattuale della categoria degli amministrativi, ci sia la tentazione di fare melina, con rischio di appesantire la Tua di zavorre, all’inizio del suo viaggio pieno di incognite e ostacoli.

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