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Pescara, 23/11/2024
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23/10/2015
Il Messaggero
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Sanità, rischio rialzo dei ticket con il congelamento dell’Irpef. Addizionali bloccate per otto Regioni, ora possibili aumenti per le prestazioni. Scontro con i governatori, Chiamparino si dimette da rappresentante degli Enti. |
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ROMA La prima mina sulla strada della manovra approvata dal governo Renzi è esplosa ieri. A farla detonare è stata la questione dei fondi per la sanità inseriti nella legge di Stabilità. Ma anche le parole del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha definito «un errore fatale» affidare la sanità ai governatori. Sergio Chiamparino, il presidente della Conferenza Stato-Regioni, ieri ha presentato a sorpresa le sue dimissioni da questo incarico. La motivazione ufficiale è che, come governatore del Piemonte, deve affrontare la difficilissima situazione di bilancio, con un buco da 5,8 miliardi di euro che, sostiene Chiamparino, si è aperto per una norma mal scritta dal governo sulla contabilizzazione dei fondi messi a disposizione dallo Stato per pagare i debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche, e che nell’interpretazione della Corte dei Conti piemontese ha fatto aprire la voragine nel bilancio della Regione. Ma in realtà il malessere di Chiamparino sarebbe più profondo. Nelle settimane scorse aveva cercato una interlocuzione con Palazzo Chigi per arrivare ad un decreto Salva-Regioni, perché se la lettura dei magistrati contabili si fosse estesa a tutti i governatori italiani che hanno usato i fondi per rimborsare i debiti commerciali delle loro amministrazioni, il buco complessivo avrebbe superato i 20 miliardi. Questa interlocuzione, anche se alla fine Renzi avrebbe deciso di concedere a Chiamparino il decreto salva-Piemonte, sarebbe mancata anche sulla questione dei fondi della Sanità e sul blocco della leva fiscale per le Regioni. I NUMERI Nella manovra il governo ha fissato a 111 miliardi di euro le risorse del Fondo per la Salute, contro i 110 miliardi stanziati per quest’anno. Solo a luglio, però, ne aveva promessi 113. Ma anche sui 111 miliardi effettivamente resi disponibili nella legge di Stabilità, tra i governatori serpeggia più di un dubbio. Non è chiaro, per esempio, se nei soldi vadano ricompresi gli 800 milioni per i nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza. O i 400 milioni che servono per i contratti dei medici. Sorvolando sui 300 milioni necessari per finanziare il piano nazionale dei vaccini e i farmaci innovativi salva vita. «Una risposta da parte del governo non è irrilevante per capire se questo miliardo in più messo in stabilità è sufficiente o no», ha detto Chiamparino. La questione ancora più delicata è quella del congelamento deciso all’ultimo minuto da Renzi di qualsiasi aumento per il 2016 delle tasse regionali, vale a dire le addizionali Irpef e Ires. Fino a due giorni fa sembrava che da questa misura dovessero rimanere escluse le Regioni che hanno in piedi un piano di rientro dal deficit sanitario. In tutto sono otto: il Lazio, l’Abruzzo, la Campania, il Molise, la Sicilia, la Calabria, la Puglia e, appunto, il Piemonte di Chiamparino. Ma ieri, a sorpresa, si sarebbe valutato di impedire anche in queste Regioni gli aumenti. L’unica leva in questo caso che potrebbe essere azionata dai governatori per recuperare risorse necessarie per ripianare i conti, sarebbe l’aumento de ticket sanitari. La questione del resto è delicata. E ha a che fare anche con l’autonomia delle Regioni. Lo stesso Chiamparino aveva aveva provato a correggere Renzi, spiegando che ad un blocco delle addizionali non si poteva arrivare. Tutt’al più il governo avrebbe potuto fare una moral suasion. Per capire quale sarà alla fine la decisione di Palazzo Chigi bisognerà attendere il testo finale. Che ieri a tarda sera non era ancora arrivato nella sua completezza al Quirinale. Proprio però il rincorrersi di testi diversi, in attesa della presentazione ufficiale al Parlamento (la cui scadenza era prevista per il 15 ottobre) continua a innervosire le opposizioni. «Dopo otto giorni la legge di Stabilità è ancora un fantasma che si aggira tra Palazzo Chigi e il ministero di Via XX Settembre», attacca Sel mentre Fi si dice certa del «grande imbarazzo di Mattarella. Legge stabilità finalmente arrivata al Colle - twitta il capogruppo Renato Brunetta - ma senza tabelle e con buchi». In serata il testo completo non è stato ancora consegnato. La trasmissione al Parlamento appare dunque probabile per oggi o al più tardi domani mattina.
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