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Pescara, 23/11/2024
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Data: 23/10/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Sanità, più tasse per le regioni in deficit. Scontro tra l’esecutivo e gli enti locali: aumento automatico delle addizionali. Maggiore stretta sulle assunzioni pubbliche

ROMA Il blocco all’aumento delle tasse locali varrà per tutti «fatta eccezione per situazioni straordinarie legate all’addizionale regionale per le regioni in eventuali disavanzi sanitari». Nel giorno in cui il testo della legge di Stabilità approda al Quirinale, a riaccendere lo scontro sono le parole del sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, secondo il quale il blocco all’aumento delle tasse locali varrà solo per quelle regioni che non hanno una sanità con i conti in profondo rosso. «La legge prevede un aumento automatico di addizionali Irpef e Irap, ma i presidenti e le giunte possono anche scegliere di agire sui ticket» aggiunge il coordinatore degli assessori al Bilancio, Massimo Garavaglia. A proposito dei conti in rosso, il presidente della Conferenza delle regioni, Sergio Chiamparino, ha presentato ieri le sue dimissioni (poi congelate) proprio perché la sua Regione, il Piemonte, ha registrato un disavanzo di 5,8 miliardi nel 2014. Quanto alla manovra, tra le misure destinate a far discutere c’è anche la scure sul turnover nella Pubblica amministrazione. Per tutto il triennio 2016-2018 l’assunzione a tempo indeterminato di personale non dirigenziale si assottiglia ancora, scendendo al 25 per cento della spesa del personale andato in pensione l’anno precedente. Tra le novità della manovra c’è anche la previsione di uno sconto del 50 per cento sull’acquisto dei mobili (fino a 4 mila euro) da parte delle giovani coppie sposate o che convivono da almeno tre anni e acquistano casa. E ancora: nella dichiarazione dei redditi precompilata entrano le spese funebri e quelle universitarie. Ci sarà la possibilità di scaricare dalle tasse un importo pari al 22 per cento degli oneri sostenuti per le due voci. Sull’impianto della manovra, comunque, non mancano le critiche. Annamaria Furlan (Cisl) definisce «insufficiente» l’aumento a 300 milioni delle risorse per i contratti pubblici mentre per Susanna Camusso (Cgil) è «devastante» il messaggio che il governo dà sull’uso del contante. A difendere gli sforzi del governo ci pensa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ieri, parlando ai cavalieri del lavoro, ha definito «vitale per la crescita» la lotta alla corruzione e poi ha ammesso che il quadro economico è migliorato rispetto alle previsioni: «Dopo una lunga crisi in questi mesi abbiamo registrato dati incoraggianti di ripresa. Ora tocca a noi consolidarli e rafforzarli». E Renzi? Con un post su Facebook e poi con una intervista al Tg2, il premier risponde alle critiche. E dopo aver elencato tutte le cose che secondo le opposizioni il governo non sarebbe riuscito a fare (dagli 80 euro in busta paga al jobs act) taglia corto. «Dicevano, dicevano, dicevano. Il ritornello dei gufi degli ultimi 20 mesi è tutto qui. E mentre loro dicevano noi facevamo. Le chiacchiere stanno a zero, l’economia non più. Avanti tutta. Questa è proprio la volta buona» dice il presidente del consiglio, che non rinuncia a punzecchiare la minoranza dem. «A quella parte del Pd che contesta sempre, a prescindere, vorrei domandare: cosa è più di sinistra? Litigare su 1.000 euro di contante o mettere finalmente le risorse sul sociale e sulla povertà?».







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