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Pescara, 23/11/2024
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Data: 23/10/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Assenteisti in Comune, retata a Sanremo. Il malcostume: un impiegato strisciava il badge e andava agli allenamenti di canottaggio, un altro apriva il suo chiosco di fiori.

GENOVA Una maxi inchiesta contro i “furbetti del cartellino” mette nei guai 196 dipendenti del Comune di Sanremo, tra cui dieci dirigenti e un vigile urbano. Ironicamente chiamata “Stachanov”, l’indagine della Guardia di finanza culminata ieri con il blitz di 160 militari a Palazzo Bellevue, sede del Comune, colpisce in realtà un malcostume serissimo.
IL MALCOSTUME
Non è certo la prima volta che, da Nord a Sud, impiegati pubblici vengono beccati a timbrare il cartellino al posto dei colleghi o a fare shopping in orario di lavoro. Stavolta, però, nel mirino delle Fiamme gialle è finita quasi la metà degli impiegati comunali, indagati per falso, truffa aggravata ai danni dello Stato e peculato: dall’alba di ieri, 43 persone si trovano agli arresti domiciliari o sottoposte all’obbligo di firma, 195 hanno ricevuto avvisi di garanzia mentre per gli altri si profilano posizioni più lievi. Quasi duecento situazioni giudicate irregolari su un totale di 528 lavoratori, il 72 per cento dei quali è stato oggetto dei controlli. Il fenomeno assenteista appare capillare, come ha sottolineato la procura sanremese: «Un malcostume che andava avanti da tempo, un sistema scellerato».
Altro che stacanovisti: oltre un terzo dei lavoratori in forza all’amministrazione arrivava a compiere abusi in orario lavorativo, dagli allenamenti di canottaggio ai lavoratori che timbravano i cartellini dei colleghi, fino al funzionario che spediva in ufficio, al suo posto, la figlia minorenne in pigiama. Una prassi che appare ben consolidata: «Questa indagine è durata due anni - ha commentato il procuratore capo Giuseppa Geremia - e ha richiesto un notevole sforzo per fotografare alcuni illeciti tra i più sconcertanti ai danni di altri dipendenti onesti e di chi un lavoro non lo ha».
LA VICENDA
Ad avviarla sarebbero state, nel 2013, le segnalazioni dell’allora sindaco Maurizio Zoccarato, che però oggi prende le distanze: «Da quel che so è partito tutto per volontà della Guardia di finanza di Sanremo che aveva già lavorato bene sul territorio - spiega al Messaggero, smentendo inoltre un possibile nesso con i due attentati di cui l’ex sindaco è stato vittima in passato. Sta di fatto che oggi è il suo successore, Alberto Biancheri, a dover fare i conti con un personale quasi dimezzato, tra misure cautelari e sospensioni dal lavoro: «Sono sindaco da un anno e mezzo e fin dall'inizio sono stato informato e ho collaborato con l'indagine - afferma - Per i casi più gravi agiremo con fermezza per il licenziamento, mentre per gli altri istituiremo un nucleo di valutazione interna per distinguere le singole posizioni. Questo è un grave danno per l’erario ma anche per l’amministrazione, da domani avrò gli ufficio vuoti e i progetti fermi. Spero nella collaborazione dei dipendenti rimasti».
LE INDAGINI
Il lungo lavoro investigativo si è avvalso delle telecamere di videosorveglianza ma anche dei tabulati telefonici. Qualcuno ha tentato di motivare le continue uscite con il lavoro fuori sede, visto che il Comune ha vari uffici dislocati, ma in alcuni casi le immagini lasciano poco spazio alle giustificazioni. Tra gli episodi più eclatanti, la sessione di canoa di un dipendente che aveva anche l’ardire di segnarsi le ore di straordinario, nonché di commentare le sue imprese sportive su Facebook, e le immagini che ritraggono un vigile urbano, custode dell’anagrafe, che in mutande timbra il cartellino prima di tornare a farsi gli affari suoi. E poi un dipendente che apre il chiosco di fiori della moglie in orario di lavoro e uno che entra ed esce a colpi di badge senza neppure sfilarsi il casco, prima di sfrecciare via, lontano dal lavoro.

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