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Data: 24/10/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Canone Rai: si paga in un’unica bolletta. Legge di Stabilità ancora al Quirinale. Saranno commissariate le Regioni che non assorbono i dipendenti delle Province

ROMA Legge di Stabilità alla firma del Quirinale. Ieri il presidente Mattarella al suo ritorno da Bari ha avuto modo di valutare testo e tabelle, con le indicazioni preparate dai suoi uffici. Comincia così il percorso parlamentare che a giudicare dal dibattito degli ultimi sette giorni non sarà in piano. Nel testo definitivo della manovra si prevedono diverse novità rispetto agli annunci, in qualche caso delle vere marce indietro come per le tasse sulla casa, i giochi e gli eco bonus. Canone Rai. Nuovi dettagli sul canone che arriverà in un’unica rata sulla prima bolletta elettrica successiva alla data di scadenza dell’abbonamento. Contante. Con il premier in Sudamerica, è il ministro dell’Economia Padoan che difende con i denti le scelte del governo. «L’ammontare del contante non è rilevante ai fini della lotta all’evasione fiscale» dice a proposito della polemica sollevata sul tetto dei 3mila euro, confessando di «aver cambiato idea». «Molti Paesi avanzati compresa la Germania non hanno limite, non c’è correlazione, è un dibattito che lascia il tempo che trova». Il governo «sulle tasse deve dare messaggi chiari, devono scendere» e quelli contenuti nella manovra per il ministro dell’Economia sono nel segno della fiscalità progressiva, con un taglio permanente e una «manovra fortemente orientata al sociale ai redditi bassi». Padoan invita a guardare al complesso degli interventi e non concentrarsi solo su singole misure. Tasse sulla casa. Ultime correzioni in corsa per il taglio della Tasi e dell’Imu della prima casa dopo le critiche arrivate da più parti. Dall’ultima limatura sarebbero escluse le abitazioni signorili, le ville di lusso e i castelli, categorie catastali A1, A8, A9. L’incertezza riguarda ancora la quota di sconto per queste categorie (in media poco sotto i 1.000 euro) e sulla possibilità per i comuni di applicare l’aliquota 0,8 per mille per le seconde case: possono farlo solo per quelli che l’hanno già inserita nel 2015. Correzione anche per pertinenze, cantine e garage, inizialmente escluse dal taglio della Tasi e ora reinserite nel nuovo testo. Eco bonus. Confermati anche quelli sui mobili per le giovani coppie, ma non saranno cumulabili con gli sconti fiscali per le ristrutturazioni edilizie. Giochi. Potrebbe far incassare meno del miliardo previsto, la retromarcia sui giochi: le concessioni per i nuovi “punti vendita” saranno 10mila e 5mila per quelli già esistenti da regolarizzare. Province. Le regioni che, entro gennaio 2016, non avranno adempiuto all’obbligo di riordino delle funzioni in base alla riforma Delrio saranno commissariate per far sì che entro fine giugno il personale in esubero delle Province venga riassorbito al loro interno. Regioni. Il nodo sui tagli fa salire di tono il confronto con i governatori, con il capitolo sanità che resta il più critico. La stretta sui trasferimenti è di circa 4 miliardi per il 2016 e di 5,5 per gli anni successivi. Sul Fondo sanitario nazionale l’incremento sale a 1,3 miliardi ma resta inferiore alle attese. «È appena sufficiente, ed è molto meno di quanto servirebbe» dice il governatore della Toscana Enrico Rossi. Nonostante il congelamento delle tasse locali suggerito dal governo e assicurato dalla stesso Renzi, le regioni in deficit sanitario dovranno ora aumentare le addizionali Irpef e Irap o intervenire sui ticket. Questa soluzione per il governo sarebbe preferibile perché non sarebbe un aumento di tasse per tutti ma della tariffa per una prestazione. Dopo le dimissioni da presidente della Conferenza delle regioni di Sergio Chiamparino, lo scontro sulla sanità rischia di salire e andare oltre la manovra. E dopo Enrico Rossi anche Michele Emiliano, presidente della Puglia, attacca sfidando il governo: «Se si pensa di costruire manovre finanziarie tagliando in modo irragionevole e senza connessione con la realtà i trasferimenti sulla sanità, non c’è nulla di male a restituire gli ospedali al governo centrale e se li gestiscano loro».

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