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Data: 25/10/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Terremoto Anas, rimossi 15 dirigenti. Il neopresidente Armani dà il via all’operazione di rinnovamento: tra quelli che lasciano l’azienda anche il condirettore generale Bajo.

ROMA Terremoto ai vertici di Anas. Con una nota diffusa nella mattinata di ieri Gianni Vittorio Armani, neo-presidente dell’azienda scossa dall’inchiesta promossa dalla magistratura su un giro di corruzione che ha già comportato alcune ordinanze di custodia cautelare a carico di funzionari e dirigenti, ha annunciato diversi cambiamenti destinati a rivoluzionare gli assetti di potere della struttura. «Nell’ambito del processo di rinnovamento manageriale - ha spiegato Anas - lasciano anticipatamente l’azienda 15 dirigenti apicali». E tra questi, oltre a Basili, Sgandurra e Brunelletti, congedati e ringraziati «per aver favorito il ricambio generazionale», viene citato Alfredo Bajo, potentissimo condirettore generale tecnico della società che controlla le strade in Italia.
LE CARICHE
Le funzioni del dirigente che di fatto aveva l’ultima parola su tutte le operazioni più importanti sono state assunte dallo stesso Armani che si è intestato l’interim della direzione Ingegneria e Verifiche, che si occupa dei controlli sulle progettazioni, cantieri e collaudi. Bajo, che fra una settimana lascerà Anas, sarà comunque nominato Ad di Anas International Enterprise Spa. Il secondo nome di spicco che esce dall’azienda di via Mozambano è quello di Michele Adiletta, nominato Ad di Cav Spa. Un allontanamento che serve a promuovere la figura interna che da diverse settimane era indicata come centrale nelle strategie di Armani. Si tratta di Ugo Dibernardo al quale, dal 1° novembre, verrà affidata la guida della Direzione esercizio e coordinamento territorio impegnata principalmente nella gestione e manutenzione della rete di circa 25 mila chilometri di competenza della società.
E, scorrendo la nota di Anas, si comprende bene che Dibernardo avrà un potere enorme. La missione della sua direzione, si legge nel comunicato, «sarà assicurare la gestione, manutenzione ordinaria e straordinaria a tutela del patrimonio stradale di Anas garantendo la sicurezza della circolazione stradale, la continua sorveglianza della rete, il tempestivo intervento in casi di emergenza attraverso il coordinamento degli uffici territoriali e centrali, la gestione dei rapporti con Polizia Stradale e Protezione Civile.
Ma anche assicurare la valorizzazione commerciale degli asset aziendali attraverso la commercializzazione di servizi svolti dalla società (trasporti eccezionali, licenze, concessioni, spazi pubblicitari, consulenze, eccetera) e l’individuazione di ulteriori opportunità di business».
Dibernardo, ingegnere siciliano di 48 anni, uomo legato all’ex presidente Ciucci, vanta una lunga militanza aziendale ed è stato per cinque anni responsabile dell’Anas in Sicilia prima di assumere la carica di direttore centrale della progettazione. Nei mesi scorsi è stato anche nominato Ad di Autostrade Lazio, la quale gestisce tra l’altro l’appalto da 2 miliardi della Roma-Latina.
Gli spostamenti ordinati ieri da Armani (nell’ambito del rinnovamento «che ha già portato alla soppressione delle 3 condirezioni generali, alla separazione delle funzioni di gestione da quelle di controllo e alla rotazione di 14 capi compartimento regionali su 20» è stato ricordato nella nota), non sembrano essere affatto terminati. Sul fronte interno Armani (che tra l’altro vuole rinnovare anche l’immagine dell’azienda ed ha affidato ad esperti del marketing il compito di suggerire un nuovo nome e di disegnare un nuovo logo) punta a riequilibrare il rapporto fra dipendenti e azienda e a pagare il prezzo di un taglio degli organici dovrebbero soprattutto i manager.
L’ANOMALIA
Tra l’altro il presidente ha definito “una anomalia” la scelta di 150 dirigenti sui 196 in organico che hanno fatto causa all’Anas per chiedere gli scatti di anzianità bloccati nel 2013 dal governo Monti. E non è escluso che questa frizione possa essere utilizzata per regolare i conti con alcune figure ritenute poco strategiche per l’azienda futura immaginata da Armani. Il quale punta a sfruttare le risorse affidate dalla legge di Stabilità ad Anas nel contratto di programma (1,2 miliardi ) in maniera mirata evitando dispersioni su nuove opere e concentrandosi su quelle da completare.

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