ROMA Antonella Accroglianò, la manager dell’Anas che aveva trasformato il suo studio nell’ “ufficio mazzette” usava le sue conoscenze come un curriculum. A rivelarlo è il presidente dell’Anas, Gianni Vittorio Armani che racconta l’esito di un test cui era stata sottoposta, insieme ad altri dirigenti. «Nel corso dell’esame non ha citato le sue capacità professionali, ma una serie di politici e imprenditori suoi conoscenti», ha ricordato Armani che sta riorganizzando l’assetto della Direzione esercizio e coordinamento del territorio, ora decapitato dagli arresti. L’inchiesta sulle tangenti all’Anas, la “Dama nera”, coordinata dalla Procura di Roma e condotta dalla Guardia di finanza, ora punta al “secondo livello” dell’organizzazione criminale. L’attenzione è sui rapporti imperniati su scambi di favori, tra Antonella Accroglianò e i palazzi del potere. È su questo punto che si stanno concentrando le indagini della Finanza. Gli investigatori vogliono svelare la rete dei contatti che intratteneva, sia per mostrarsi influente verso gli imprenditori che pagavano mazzette, sia per assicurarsi di rimanere nella “stanza dei bottoni” dell’Anas. In un’intercettazione fa riferimento ad «un ministro», ma la sua era solo millanteria, oppure davvero poteva contare sull’appoggio di parlamentari e ministri? Di sicuro, la “Dama nera” voleva essere nominata responsabile dell’ufficio Gare e Appalti, snodo principale dei fondi statali. E per raggiungere il suo obiettivo si stava muovendo in varie direzioni. Tra le carte spunta il nome di Altero Matteoli, (Pdl) ex ministro delle Infrastrutture, ma il senatore ha smentito di aver avuto rapporti con la dirigente. Un politico molto legato alla Accroglianò era l’ex sottosegretario (Pd) Luigi Meduri, ora in carcere. I due scambiavano aiuti in campagne elettorali in cambio di posti di lavoro per amici e parenti, tangenti in cambio di appalti per ditte “vicine”. È lui che fa da mediatore tra gli imprenditori e la manager che può sbloccare le pratiche di espropri e cantieri, e sbrigare pratiche illecite. Ma Meduri negli uffici dell’Anas a Roma è di casa. Nel dicembre del 2014 per sponsorizzare i due imprenditori siciliani Bosco (Tecnis) e Costanzo (Cogip) che stanno pagando una tangente da 150mila euro per vedersi sbloccare il finanziamento di 3milioni di euro, entra ed esce dagli uffici al quarto piano dell’azienda statale. Il 3 dicembre incontra il diretto superiore della Accroglianò, l’ingegnere Alfredo Bajo ed effettivamente qualcosa comincia a muoversi. Scrive il gip: «Bajo dopo aver incontrato con ragionevole certezza il Meduri contattava la Accroglianò e le chiedeva se avesse parlato con Graziani (dipendente Anas) per il reperimento dei fondi da destinare a dei pagamenti». Alla risposta negativa Bajo si altera. «Se da un lato appare indubitabile che l’ordine di scuderia... di trovare la soluzione al problema a qualsiasi costo reperendo i fondi anche perché “poi vediamo con calma come sistemare la partita” è venuto dall’ingegner Bajo, l’indagine esclude un coinvolgimento del Bajo in assenza di una contropartita». Ma Graziani quando si sente dire dalla Accroglianò «ma tu non riesci a trovare tre milioni che poi al limite te li riprendi dopo...» risponde «un attimo Antonella... cioè non è che mi dimentico o non mi sto adoperando a fare... però le cose col capo tuo vanno un attimo puntualizzate... siccome poi ste cose c’hanno sempre il loro brutto ritorno... quindi non me voglio sveglià con gli incubi la notte...».