Dopo l’addio di Trenitalia, anche Cotral è pronta a uscire da Metrebus, il circuito del trasporto pubblico integrato di Roma e provincia. La compagnia regionale, che con le sue 220 linee garantisce ogni giorno 8.735 corse nel Lazio, ieri ha annunciato l’intenzione di uscire dal «sistema tariffario integrato». I crediti di Cotral nei confronti di Atac, ha spiegato l’azienda di via Alimena, «ammontano a 120 milioni di euro: soldi incassati da Atac per servizi resi da Cotral e mai ridistribuiti».
Ci sono i margini per un ripensamento. Cotral ha fissato la data del primo gennaio «come l'ultima possibile prima di disdettare il sistema Metrebus, intraprendendo in questi mesi tutte le azioni legali necessarie per recuperare la quota della bigliettazione mai incassata». Secondo l'amministratore delegato di Cotral Arrigo Giana, il sistema tariffario integrato «è uno strumento indispensabile per incentivare il servizio di trasporto pubblico in un’area come quella laziale ma non può funzionare se un soggetto gestisce tutte le informazioni e i flussi finanziari e gli altri nulla. Anche in considerazione del fatto che in questi anni non sono mancate gravi criticità di gestione. Siamo pronti a discutere una nuova organizzazione del sistema solo se la gestione verrà affidata ad un soggetto terzo rispetto al quale le aziende aderenti avranno la medesima possibilità di controllo». Per Giana, Atac dovrebbe «responsabilmente fare un passo indietro come gli stiamo suggerendo da mesi, purtroppo inascoltati».
I DATI
In attesa di capire se da Atac ci sarà una risposta, proprio dall’azienda comunale del Tpl romano ieri sono arrivati i primi risultati della riforma del salario accessorio, che ha collegato all’effettiva produttività (e presenza) dei dipendenti una serie di bonus che prima venivano elargiti a pioggia, in automatico. Oltre alla semplificazione dei contratti (sono state cancellate 75 voci retributive) la municipalizzata dei trasporti ha fatto sapere di avere ottenuto, già da ottobre, «un deciso contenimento del tasso medio di assenteismo, che si è contratto di circa il 20% dall'entrata in vigore dei nuovi accordi, mentre il tasso di assenza per malattie è diminuito addirittura del 30%».
In discesa soprattutto i dati che riguardano gli autisti dei bus. Le rilevazioni effettuate a partire dal primo ottobre, quando è entrato in vigore il nuovo accordo, hanno mostrato come tra i conducenti le assenze siano crollate del 35%. Il nuovo accordo infatti prevede che chi rimane sotto la soglia del 7% delle assenze ottenga a fine anno un premio di 850 euro. Per chi resta a casa in meno del 12% dei giorni lavorativi, è previsto invece un gettone da 500 euro.
Il report di Atac evidenzia anche che tra le due categorie di dipendenti che hanno già sperimentato l’accordo da 2 semestri (bigliettai e amministrativi), il 67% dei lavoratori è riuscito ad ottenere il premio, aumentando la presenza in servizio.