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Pescara, 23/11/2024
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Data: 26/10/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
La manovra arriva in Senato contante e Tasi già nel mirino. Mattarella ha firmato il testo e lo ha inviato a Palazzo Madama. Opposizioni e minoranza dem affilano le armi sulle modifiche .

ROMA A dieci giorni dalla sua formale approvazione in Consiglio dei ministri, la legge di Stabilità è arrivata ieri in Senato. Sempre nella giornata di ieri, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il provvedimento che oggi, come ha confermato il presidente del Senato, Piero Grasso, sarà inviato alla Commissione bilancio per l’inizio dell’esame. Matteo Renzi ha già lasciato intendere che la sua intenzione è di lasciare al Parlamento lo spazio per poche modifiche rispetto ad un testo che il governo considera sostanzialmente chiuso. Non solo, Palazzo Chigi sarebbe pronto, in caso di assalto alla diligenza, a blindare la manovra con il voto di fiducia. Il punto è che, sulla legge di Stabilità, ancora una volta il governo teme più la sua minoranza interna che le opposizioni. La sinistra Dem ha già messo in chiaro quali parti della manovra sono considerata «indigeribili» e sulle quali farà calare la sua slavina di emendamenti che già da oltre una settimana sono in preparazione. Nel mirino ci sarà soprattutto l’abolizione della Tasi sulle prime case. Se da un lato è vero che Renzi, all’ultimo minuto utile, ha escluso dall’esenzione le ville, i castelli e gli appartamenti signorili, nelle intenzioni della minoranza ci sarebbe quella di tornare ad un’impostazione ancora più soft, basata sul sistema delle detrazioni come nella misura varata dal governo Prodi. Ma la madre di tutte le battaglie, sarà sulla norma che alza la soglia dell’uso del contante da mille a tremila euro. Lo stesso ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha sparato a palle incatenate sulla questione. «In Italia», ha detto nei giorni scorsi, «abbiamo il record di evasione, corruzione, nero. E si pensa ad incoraggiare uso del contante». Intanto una quasi bocciatura è arrivata dall’ex premier Maio Monti: a suo giudizio la manovra, che non riduce il disavanzo, guarda troppo al consenso.
LA SESSIONE DI BILANCIO
La sessione di bilancio al Senato, che si aprirà oggi, inizierà con il consueto giro di audizioni parlamentari, dalla Banca d’Italia all’Istat, fino alla Corte dei conti. Il testo che è arrivato in Senato, nonostante le limature degli ultimi giorni, ha sostanzialmente confermato tutte le anticipazioni della vigilia. La manovra sarà di circa 27 miliardi di euro, oltre 14 dei quali saranno finanziati lasciando salire il deficit pubblico fino al 2,2%. Nella sua comunicazione alla Commissione europea, il Tesoro ha anche quantificato in 3,3 miliardi di euro le spese sostenute dall’Italia per fronteggiare l’emergenza dei migranti. Questo nella speranza che Bruxelles riconosca un ulteriore spazio di deficit per l’Italia, che verrebbe nel caso utilizzato per anticipare alcune misure previste invece per il 2017, come l’abbassamento dell’aliquota Ires dal 27,5% al 24,5%.
I tagli di spesa previsti dal provvedimento ammontano a circa 7 miliardi di euro, dei quali poco più di 3 sono a carico dei ministeri. Ma la spesa corrente di questi ultimi, sarà ridotta solo di 512 milioni. Così come dalla razionalizzazione dell’acquisto di beni e servizi arriveranno poco più di 200 milioni di euro..

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