ROMA La Procura della Capitale assesta un nuovo colpo nell’inchiesta sulle tangenti Anas. Non ha potuto negare l’evidenza delle accuse contestate il funzionario Giovanni Parlato: ha ammesso di aver intascato una tangente da 25 mila euro. La stessa che gli era stata trovata dal Gico della Guardia di finanza sul sedile della macchina durante una perquisizione. Ma soprattutto, la vera novità è che, oltre a lui, Antonella Accroglianò, potente dirigente dell’azienda pubblica, ha deciso di collaborare con la giustizia.
IL SISTEMA
La signora durante il suo interrogatorio di garanzia davanti al gip Giulia Proto, ha spiegato che si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere, perché vuole riferire ai pm Francesca Loy e Sabina Calabretta. Anche perché, come negare il senso delle intercettazioni raccolte dagli uomini delle Fiamme gialle? Concetti e accordi che non sembrano lasciare spazio a grandi interpretazioni o dubbi. Quando Accroglianò dice: «Io sono stata abituata in questo modo. Chi cresce, chi fa un salto in avanti, si porta gli altri dietro...Questa è la scuola», per gli inquirenti, sta parlando di come funziona il sistema. E allo stesso modo sta facendo quando aggiunge: «Se viaggi da solo non fai niente. Chi ha cercato di viaggiare da solo, poi l'hanno azzoppato».
Ieri mattina, la “dama nera” è stata portata da Rebibbia a Regina Coeli per l’interrogatorio di garanzia. L’avvocato Giancarlo Pittelli che assiste sia lei che Parlato, ha confermato: «La mia assistita ha bisogno di tempo per leggere gli atti e selezionare tutti gli argomenti da affrontare con il pubblico ministero. Prenderemo contatto con il magistrato». L’incontro con i pubblici ministeri potrebbe avvenire già verso la fine della settimana, o al massimo nei primi giorni della prossima.
Accroglianò è uno dei 14 destinatari delle misure, tra carcere e domiciliari, emesse nei giorni scorsi dai magistrati romani. Tra loro ci sono anche l'ex sottosegretario alle Infrastrutture Luigi Meduri e l'avvocato calabrese Eugenio Battaglia, entrambi ai domiciliari.
LE INDAGINI
Ma il fronte che si è aperto con le ammissioni di Parlato e le intenzioni della “dama nera” di collaborare, potrebbe arrivare a scoperchiare un sistema ben più ampio e diffuso. A giudicare dal contenuto dell’ordinanza di custodia cautelare, per anni, l’ufficio di Accroglianò ha gestito appalti, movimentato denaro e favori. In quanti sapevano cosa stava accadendo?
Nel frattempo, sempre ieri il funzionario, finito in carcere con l’accusa di corruzione, ha ammesso le proprie responsabilità riguardo alla tangente da 25 mila euro, e ha fornito agli inquirenti riscontri agli elementi già raccolti nel corso dell'indagine. Parlato, secondo quanto riferisce l'avvocato Pittelli, «ha fatto ammissioni relative all'episodio principale» contestato dalla Procura e relativo al ritrovamento del denaro sul sedile della sua macchina, avvenuto nel maggio di quest'anno nel corso di una perquisizione svolta dalla Guardia di finanza.
Oltre alla dirigente e al funzionario, hanno svolto l'atto istruttorio anche gli altri dirigenti Oreste De Grossi, Antonino Ferrante e Sergio Lagrotteria. E oggi toccherà all'ex sottosegretario alle Infrastrutture, Luigi Giuseppe Meduri raccontare la sua versione dei fatti.