ROMA Pronti allo sciopero generale. I sindacati del pubblico impiego scendono sul piede di guerra, convocano per sabato 28 novembre una manifestazione nazionale a Roma e chiedono al governo risorse adeguate al rinnovo del contratto nazionale che è scaduto da 6 anni. L’annuncio della mobilitazione è la risposta alla legge di Stabilità appena sbarcata in Senato e che prevede uno stanziamento di 300 milioni totali per il triennio 2016-2018, che vuol dire un aumento medio di 50-100 euro all’anno. I sindacati giudicano questa cifra irrisoria . «Il governo la smetta con le provocazioni e apra il tavolo. Fare un nuovo contratto vuol dire investire nelle professionalità, nell’innovazione organizzativa, nella qualità dei servizi» scrivono in una nota unitaria i leader di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl, che chiedono al governo aumenti mensili di 150 euro. Questo vuol dire che il governo dovrebbe mettere sul piatto almeno 1,8 miliardi di euro. Le distanze, insomma, sembrano incolmabili. Ma i sindacati sono decisi ad andare fino in fondo. «Per i lavoratori pubblici chiediamo un rinnovo dignitoso che, dopo 6 anni di paralisi totale, per noi significa 150 euro di aumento medio con produttività e riconoscimento professionale, altro che l’equivalente di una mancia come vorrebbe il governo» tagliano corto i tre sindacalisti che chiedono i rinnovi contrattuali anche per rimettere in moto i servizi alle famiglie e alle imprese. E se il governo non darà risposte adeguate si andrà allo sciopero generale. Cgil, Cisl e Uil non hanno dubbi: «È con i contratti che si rilancia il cambiamento. E se per far arrivare il messaggio servirà andare allo sciopero generale, noi siamo pronti» scrivono Rossana Dettori, Giovanni Faverin e Giovanni Torluccio. Si farà lo sciopero generale? «Dopo 7 anni è il meno che si possa fare» risponde il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. «Per i dipendenti pubblici è assolutamente inaccettabile un aumento dei salari di 8 euro medi al mese. La proposta del governo è talmente bassa che non è dignitosa, né per i lavoratori né tantomeno per chi l’ha fatta» aggiunge la leader della Cisl, Annamaria Furlan. La lettera unitaria arriva nel giorno in cui circa 2000 dipendenti del ministero dell’Economia sono usciti dagli uffici e hanno protestato nei cortili e nei corridoi della sede di via XX Settembre. La protesta, partita dalle Rsu, è contro il blocco del salario accessorio e del contratto. Non accenna intanto a placarsi la polemica esplosa sulla funzione che può svolgere l’Agenzia delle Entrate nella lotta all’evasione. I capigruppo di Forza Italia , Brunetta e Romani hanno chiesto a Grasso e Boldrini una convocazione urgente in Parlamento del ministro Padoan e della direttrice dell’Agenzia delle Entrate, che ieri è stata difesa dal responsabile economico del Pd, Filippo Taddei: «Rossella Orlandi ha fatto un lavoro importante e serio. Padoan ha parlato per il governo, Zanetti ha espresso una legittima opinione personale».