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Pescara, 19/10/2024
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Data: 30/10/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Tangenti & mazzette - Tangenti sulle ferrovie. Arrestato il capo di Rfi. Lo inchioda l’industriale Campione: nel suo pc i file con i nomi dei corrotti

ROMA Preciso era preciso. Si annotava tutto Massimo Campione, imprenditore siciliano che per far andar avanti la sua impresa di costruzioni, strade e impianti eolici, la Sistet srl pagava mazzette ai funzionari del Corpo Forestale. E non solo a loro. Segnava date, somme da intascare e offrire, tangenti già saldate e quelle da saldare. Tutto riportato rigorosamente accanto a date, nomi e cognomi. Una sorta di “libro mastro” della tangente che il 3 settembre scorso è finito nelle mani dei magistrati della procura di Palermo. Era nascosto in un file del computer dell’imprenditore fermato all’aeroporto di Palermo. Tra i nomi ci sarebbero anche manager ed esponenti politici su cui ora s’indaga. Davanti a questa lista, che racconta un nuovo capitolo della corruzione in Italia, ieri il procuratore capo di Palermo Franco Lo Voi ha allargato le braccia paragonando la lista stilata da Campione a quella trovata nelle mani degli usurai e degli estorsori. «Il quadro è deprimente. Ci siamo trovati davanti a metà strada tra il libro mastro e la lista della spesa con nomi e cifre - ha spiegato - La corruzione è diventata sempre più pervasiva e ormai è un fenomeno che usa gli stessi metodi del racket». Ed è stato proprio indagando sulla “black list” che gli inquirenti sono risaliti ai nomi dei tre funzionari pubblici corrotti. Ieri arrestati con l’accusa di concussione. Uno di loro è Dario Lo Bosco, uno dei volti più noti vicini all’area dell’antimafia in Sicilia. 55 anni, docente universitario di Ingegneria, fino a ieri era considerato il “padrone” delle ferrovie e dei bus. Numero uno di Rfi, la Rete ferroviaria italiana, è stato per anni l’uomo chiave del settore trasporti. L’uomo che si era schierato apertamente, insieme alla Confindustria siciliana, contro il racket, da ieri è agli arresti domiciliari. È accusato di aver intascato una mazzetta di 58mila euro. Secondo l’accusa, Lo Bosco avrebbe fatto pressioni su Rfi perchè venisse acquistato un prototipo necessario a monitorare le carrozze ferroviarie. Arrestati anche due funzionari del Corpo Forestale della Regione Sicilia (che risponde alla Regione e non allo Stato) l’istituzione al centro del giro di tangenti. Per l’accusa, Salvatore Marranca (responsabile del servizio tecnico) e Giuseppe Quattrocchi (capo del servizio speciale per la conservazione del suolo e l’ambiente) avrebbero intascato mazzette dall’imprenditore Campione per aver velocizzato gli aspetti burocratici dell’appalto di ammodernamento della rete di radiocomunicazioni della Forestale, la cosiddetta “Dorsale digitale”. Un affare da 26 milioni di euro, che l’industriale si è aggiudicato. Il primo si sarebbe intascato 149mila euro più l’assunzione della compagna e della figlia, il secondo 90mila. Interrogato più volte, Massimo Campione in un primo momento aveva negato di aver pagato tangenti in cambio diquell’appalto, ma poi ha collaborato con i magistrati. «Ho dato decine di migliaia di euro, personalmente e in contanti, spesso presso gli uffici di Marranca e Quattrocchi o presso esercizi commerciali» ha raccontato. E ancora «La tangente a Lo Bosco l’ho consegnata tramite Quattrocchi e Marranca con cui aveva rapporti diretti». Nell’inchiesta sono finiti altri nomi eccellenti, tra cui Giovanni Tesoriere preside di Ingegneria alla Kore di Enna e Pietro Tolomeo ex dirigente dell’assessorato all’Energia. «Sono finito» ha detto in dialetto Massimo Campione alla sua collaboratrice quando gli agenti gli prendono la valigetta. Ci sono altri nomi. «Siamo solo all’inizio» hanno detto ieri gli investigatori

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