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Pescara, 23/11/2024
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Data: 30/10/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Arrestato il presidente della Rete ferroviaria(Gruppo Fs): c’è il libro delle tangenti. Palermo, nomi e mazzette nel registro di un imprenditore: Lo Bosco avrebbe preso 58mila euro. Ai domiciliari 2 funzionari della forestale.

PALERMO La contabilità criminale era appuntata meticolosamente in un registro. Massimo Campione, imprenditore agrigentino che fatto la sua fortuna con la gestione del servizio idrico nella provincia con l’acqua più cara d’ Italia, non se ne separava mai. Lo custodiva in una borsa. Ed è lì che, il 3 settembre, lo trova la polizia. «Che ci cunto ora? Consumato sugnu», («Che racconto ora? Sono rovinato»), dice, appena fermato dagli agenti, alla sua collaboratrice. Non sa che l’auto su cui viaggia è imbottita di cimici. E che le sue parole non fanno che confermare i sospetti degli inquirenti su un giro di mazzette pagate a funzionari pubblici. Interrogato, cerca di giustificare nomi e cifre: «Sono i compensi per gli operai», abbozza.
PERSONAGGI IMPORTANTI

Una difesa debole che, dopo poche ore, lascia il posto a una confessione piena con nomi e cognomi. Spuntano personaggi importanti come Dario Lo Bosco, presidente di Rete Ferroviaria Italiana e numero uno dell’Ast, la più grossa società di trasporti siciliana partecipata dalla Regione. E funzionari pubblici come Salvatore Marranca e Giuseppe Quattrocchi, dirigenti del Corpo Forestale della regione siciliana. Tutti, secondo gli inquirenti, sul libro paga di Campione. La Procura di Palermo chiede e ottiene per tutti e tre gli arresti domiciliari per concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità. Per Pietro Tolomeo, ex dirigente generale della forestale, il gip nega invece ai pm la misura cautelare.
«VEDI TU QUEL CHE MI PUOI DARE»

Campione, che, nel frattempo, dal servizio idrico è passato alle costruzioni e all’eolico, racconta di avere fatto avere a Lo Bosco 58.650 euro perché intervenisse per fare acquistare a Rfi un prototipo creato dalla sua società, la Sistet Technology: una sorta di rivoluzionario sensore per il controllo a distanza dell’usura dei mezzi ferroviari. La versione dell’imprenditore conferma le intercettazioni. «Vedi tu quel che mi puoi dare», dice il presidente di Rete Ferroviaria. L’imprenditore racconta di aver fatto avere la mazzetta a Lo Bosco tramite i due funzionari della Forestale che passavano all’incasso con metodi decisamente meno soft di quelli usati dal ras dei trasporti. Quattrocchi e il collega arrestato avrebbero dovuto assicurare alla Sistet, aggiudicataria di un appalto di 26 milioni di euro per l’ammodernamento del sistema di radiocomunicazione del Corpo forestale, un iter dei lavori privo di intoppi burocratici. «Stai attento che sono un pazzo, vedi di darmi quel che mi spetta... se non mantieni l’impegno io non ci metto niente a farti fallire», intima Quattrocchi a Campione da cui pretende anche l’assunzione di moglie e figlia. A lui e al collega, rispettivamente responsabile unico del procedimento e direttore dell’esecuzione del contratto, l’imprenditore agrigentino annota di aver pagato, in varie tranches, circa 250mila euro.
ALTRI TRE INDAGATI

Con Lo Bosco e i due funzionari della Forestale, finiscono indagati la collaboratrice di Campione Maria Grazia Butticè, accusata di avere consegnato a Quattrocchi e Marranca il denaro, Giovanni Tesoriere, preside di ingegneria alla Kore di Enna, Libero Cannarozzi, ingegnere alla forestale e Tolomeo, protagonista di significative intercettazioni. «Ma io con questi cosa ci devo fare?», dice a Campione lamentandosi dei 5mila euro ricevuti. Nel “registro contabile” sequestrato, però, ci sono altri nomi: la Procura sta continuando a indagare. Il giro di mazzette scoperto sarebbe solo la punta dell’iceberg di un sistema corruttivo, con al centro gli appalti pubblici, su cui i pm stanno facendo accertamenti. «La corruzione - dice procuratore di Palermo Francesco Lo Voi - ha assunto il carattere di un fenomeno pervasivo che mina la legittimità delle attività economiche, dei procedimenti amministrativi, impedisce la libera concorrenza e danneggia il mercato e i cittadini».

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