Stava in fondo, ha detto che non aveva il biglietto e neanche i documenti. Poi mi ha spinto per scendere mi ha fatto cadere il telefono e mi ha colpito
PESCARA Un labbro spaccato, un ginocchio e un dito ferito e una spalla dolorante: il referto dell’ospedale parla di una prognosi di sette giorni, ma per il controllore aggredito e malmenato ieri mattina in corso Vittorio Emanuele da un passeggero della linea 21 della Gtm, il 21enne di Giulianova T.C. poi denunciato per resistenza a pubblico ufficiale, sono ferite che vanno ben oltre, e che raccontano di una quotidianità sempre più rischiosa, sempre più al limite. «Perché», ripete la vittima, F.B., 51 anni, da 26 in servizio sui mezzi pubblici della città, «mancano le regole, nel nostro lavoro succede di tutto. Pure che ti aggredisca uno che ha la stessa età di tuo figlio, 21 anni, com’è successo oggi (ieri ndr) a me». Ci racconti. «Intorno a mezzogiorno e mezzo sono salito davanti alla vecchia stazione sull’autobus della linea 21 che procedeva in direzione sud, da Zanni verso Francavilla. E ho iniziato a controllare i biglietti. Me ne mancavano due. In fondo all’autobus c’era questo ragazzo con il bavero alzato e lo scaldacollo tirato su fino agli occhi. Gli ho chiesto il biglietto e mi ha detto che non l’aveva fatto, che non gli interessava, non aveva i soldi. Allora gli ho chiesto i documenti, e lui mi ha risposto ancora in maniera sprezzante, “non te li do, non ce l’ho”. L’ho incalzato che si doveva far riconoscere, che mi doveva dare i suoi dati per il verbale e lui invece ha iniziato a spingermi mentre l’autista, che non sapeva nulla di quello che stava avvenendo, ha aperto le porte alla fermata della Banca d’Italia. E lui è sceso mentre io intanto avevo chiamato il 113 spiegando la situazione. Ma proprio mentre stavo al telefono quello se n’è accorto e con una manata mi ha strappato il telefono facendolo cadere a terra. E poi? L’ho raccolto, c’era ancora la polizia in linea, e mentre ho ripreso a parlare quello mi ha tirato un pugno in faccia a secco. Sono caduto a terra, per questo mi sono ferito pure a un ginocchio, mi si è annebbiato tutto in quel momento, ma mi sono rialzato e ho cercato di fermarlo. Sputavo sangue, e infatti in ospedale mi hanno messo più di cinque punti interni al labbro. Ma con tutto che sanguinavo sono riuscito ad afferrarlo per il giubbotto, all’altezza di via Chieti, ma se l’è sfilato e ha continuato a scappare mentre altre persone, compreso il consigliere comunale Carlo Masci che si è trovato lì in quel momento hanno cercato di bloccarlo. L’inseguimento è continuato, davanti al Comune dove c’erano dei vigili urbani, ho chiesto aiuto e alla fine i vigili l’hanno preso. Quello continuava a sputarmi, a dire che l’avevo picchiato, mentre l’unico che sanguinava ero io che infatti sono finito all’ospedale, dall’una alle cinque del pomeriggio. L’ha denunciato? Per il reato di lesioni ci vuole la denuncia di parte sotto i 20 giorni di prognosi. No, e non so se lo farà l’azienda. Per quanto mi riguarda mi rifiuto di avventurarmi in questioni giudiziarie che durano anni. Mi è già successo. È stato aggredito altre volte? Sì, tre anni fa, da due minorenni. Ma anche quella volta li ho inseguiti e presi con i carabinieri. Ma quindi se uno cerca di fare il furbo, lei l’insegue? È capitato, certo. Una volta ho inseguito uno da piazza Duca degli Abruzzi a piazza Salotto, fino a quando non ho incrociato una macchina dei vigili, ero tutto sudato, ma l’ho fatto fermare mentre lui urlava che era figlio dell’assessore, che poi non era vero. La difficoltà del nostro lavoro è che devi valutare ogni volta, devi distinguere caso per caso e capire la buona fede. Ma la strafottenza è arrivata agli estremi, senza contare gli sputi e gli insulti che ci prendiamo. Alla fine noi autisti di autobus siamo degli ex camionisti che si ritrovano con gli stessi doveri di un pubblico ufficiale. Paura ne ha? No. Ho sempre chiesto il servizio Tutela e legalità, ho fatto diversi corsi dove ti ripetono di valutare, di non esagerare. Il fatto è che c’è un menefreghismo totale. Chi sono i viaggiatori più “illegali”? Ormai capita di tutto. L’altra volta perfino una coppia di anziani, 94 anni lui e 92 lei non avevano il biglietto e hanno dato un indirizzo falso. È dovuta intervenire la polizia. Oppure c’è quello che finge di parlare romeno, che dice di essere sbarcato il mese prima da un barcone di Lampedusa, o che si mette a parlare al telefono appena vede il controllore. Ma capita pure di incontrare la persona di buona cultura, che già conoscevi, che non ha il biglietto e che ti fa vedere la busta con i viveri della Caritas. Che cosa ha pensato quando è caduto a terra sanguinante? A mio figlio di 14 anni, che non facevo in tempo a riprenderlo da scuola.