SULMONA I paventati t agli sulle corse degli autobus Sulmona-Pescara fanno insorgere i pendolari della tratta sulla A-25. Una quarantina di loro ha scritto una lettera alla direzione servizio trasporti della Regione, alla Tua (l’azienda unica di trasporto locale) e ai Comuni di Sulmona, Pescara e Chieti. Tra i firmatari Daniele Tuteri, Mauro Saccucci, Cesidio Margiotta e Roberto Civitareale, che evidenziano come l’organizzazione attuale delle corse consenta loro di raggiungere in orario e agevolmente il posto di lavoro sia a Pescara che a Chieti. «I pendolari, titolari di abbonamento per la tratta Sulmona-Pescara, in merito alle ripetute voci che indicano una prossima e significativa riduzione del numero delle corse autostradali, tra le quali sarebbe compresa anche la Sulmona-Pescara, chiedono una attenta e ponderata valutazione del problema stesso prima di effettuare cancellazioni o riduzioni. Questo», sottolineano, «per diverse motivazioni, fra cui il numero di viaggiatori che è sempre elevato, dato facilmente monitorabile dagli abbonamenti che vengono rinnovati. Inoltre, la corsa parte da Sulmona alle 6.50 e arriva a Pescara alle 8.05, orario che soddisfa pienamente tutti i lavoratori che svolgono il loro servizio nella città adriatica o a Chieti». Al contrario, dovendo prendere il treno alla stessa ora, il viaggio sarebbe più lungo e l’arrivo sul posto di lavoro in ritardo, anche perché legato alla necessità di spostarsi con altri mezzi pubblici o con le auto dalla stazione ferroviaria. «Non ci sono mezzi alternativi in grado di assicurare lo stesso orario di partenza e di arrivo a Pescara», aggiungono i pendolari. «Con il treno, infatti, ci sarebbe la possibilità o di partire circa 30 minuti prima, alle 6.24, o alle 6.53 per arrivare, però, nel migliore dei casi alle 8.19 in stazione. L’uso del bus, con le sue fermate urbane, consente di raggiungere la fermata stessa o la sede del proprio ufficio in modo efficace e rapido: cosa impossibile con il treno, dove si è costretti a utilizzare l’auto o altri mezzi di trasporto solo per raggiungere la stazione». I pendolari chiedono che le istituzioni ascoltino le loro istanze, senza concentrarsi solo sui chilometri e i servizi da tagliare, dietro i quali si nascondono vite e aspettative di lavoratori e famiglie.