SULMONA Pausa caffè e sigaretta finiscono sotto la lente di ingrandimento alla 3G, assieme alla gestione delle telefonate e al lavoro di back office. Questa la denuncia della Slc Cgil sul call center di viale del Lavoro. Scorre la paura sui fili dei telefoni degli operatori dell'azienda sulmonese, dove sono già una cinquantina le lettere di licenziamento partite. La società ha annunciato ad agosto 232 esuberi, 102 dei quali solo nello stabilimento di Sulmona, che la Slc Cgil è pronta ad impugnare. Secondo i sindacalisti, infatti, al centro delle valutazioni sui licenziamenti ci sarebbero dati interni all'azienda, legati ai criteri di produttività e rendimento e non alle variabili di legge dei carichi di famiglia e dell’anzianità di servizio. La denuncia della segreteria nazionale Slc Cgil, in città da alcuni giorni per analizzare la delicata questione, è quella del ritorno ai tempi delle ferriere, dove i diritti dei lavoratori non esistevano. «L’azienda sta procedendo ai licenziamenti secondo criteri che non rispettano la legge», incalza Martina Scheggi della Slc Cgil, «senza tenere conto dei carichi di famiglia e dell’anzianità di servizio, trincerandosi dietro i cosiddetti criteri tecnico-organizzativi. Cosa che, tradotta in pratica, significa solo basarsi sulla produttività scegliendo persona per persona. Ma questo ci riporta ai tempi delle ferriere, in cui i diritti dei lavoratori erano assenti». Ma per il sindacato bisogna fare presto, per questo i ricorsi contro i licenziamenti verranno fatti in procedura d’urgenza, in base all’articolo 700 sulla risoluzione dei contratti, che prevede risposte più brevi da parte del giudice del lavoro. «Quello che sta accadendo in questa azienda non ci meraviglia più di tanto, visti i precedenti», aggiunge Marilena Scimia, della segreteria provinciale Slc Cgil, «abbiamo avvisato più volte i vertici della necessità di rispettare le regole, ora ci vediamo costretti ad adire le vie legali. Fra gli operatori c’è già la paura sulle pause caffè o sigarette. Basti pensare che sono state già licenziate mamme con figli a carico». I lavoratori con contratti part-time (6 ore) perderanno paghe di circa 900 euro al mese e quelli con rapporto di lavoro full-time (8 ore) di circa mille e trecento. «Questa deve diventare la vertenza-simbolo di un territorio che ha perso quasi 11mila posti di lavoro negli ultimi anni», ricorda il segretario della Cgil Umberto Trasatti. Da mercoledì i rappresentanti Cgil torneranno in azienda per avviare i ricorsi contro i licenziamenti. Intanto, anche i vertici della 3G sono stati trasferiti a Roma e Milano, tanto che varcando i cancelli e salendo al secondo piano dell'azienda non si riesce a parlare con nessuno.