TERAMO «Garantire una città e servizi accessibili non è un privilegio che la politica concede ai disabili, ma dovrebbe essere un imperativo per chi vive in un Paese civile. Regole di civiltà che non valgono a Teramo». E’ stato sufficiente percorrere qualche metro su una sedia a rotelle, raccogliendo l’invito che l’associazione “Carrozzine determinate” ha rivolto agli operatori della stampa, per comprendere quanto queste parole fossero vere e quanto Teramo sia impraticabile a un disabile per colpa delle barriere architettoniche presenti ovunque, a partire dai luoghi simbolo delle istituzioni che quelle barriere dovrebbero provvedere a rimuoverle, ovvero il palazzo di città e l’assessorato alle politiche sociali. Uffici dove un portatore di handicap ha necessità di recarsi anche solo per una pratica di ottenimento di accompagnamento o assistenza. Eppure – come è stato verificato sul campo dai cronisti ieri mattina – l’ingresso del municipio non prevede passerelle, né tantomeno una cartellonistica che avverte la presenza di un ingresso laterale dove uno scivolo in catrame è stato predisposto, ma le cui condizioni sono talmente rovinose che salirci in carrozzella è praticamente impossibile, ammesso che le buche sull’asfalto in cui si resta continuamente intrappolati consentano di arrivarci. Stesso discorso per gli uffici comunali alle politiche sociali. Arrivarci di fronte dalla galleria del bar Novecento non è possibile perché c’è un gradino, per cui da piazza Martiri della Libertà un disabile deve girare in via Veneto per poter imboccare via D’Annunzio, il che non sarebbe un problema se non fosse che non c’è il marciapiedi e le auto in sosta costringono chi è in carrozzina a districarsi tra la viabilità automobilistica. Gli ostacoli non finiscono qui. Una volta di fronte al portone, senza accompagnatori è impossibile varcarlo per via di un gradino privo di scivolo. Anche l’ascensore è una beffa: è stretto e non tutte le carrozzine sono piccole a sufficienza per entrarci. Un’odissea che non finisce nemmeno per i fortunati che arrivano al primo piano dove si incontra un altro gradino per entrare negli uffici. «Al di là della mortificazione si è praticamente costretti a chiedere aiuto sempre», spiega Claudio Ferrante, esponente dell’associazione “Carrozzine determinate”. «Questa situazione è una vera e propria violazione dei diritti umani. Ogni città dovrebbe dotarsi per legge di un regolamento per l’abbattimento delle barriere architettoniche che ha Teramo manca da trent’anni. Questa città va commissariata». E la protesta dei disabili teramani è solo all’inizio visto che, dopo aver coinvolto la stampa, mercoledì prossimo sarà la volta degli esponenti del consiglio comunale. «Costringeremo i rappresentanti delle istituzioni a percorrere qualche metro in carrozzina. Non si può capire l’umiliazione se non si provano le difficoltà sulla propria pelle. Forse è il caso che siano i politici, quelli che dovrebbero metterci in condizioni normali, a provare un po’ di imbarazzo», conclude Ferrante.