ROMA È una partita politica che si gioca però anche su complessi dossier tecnici, su numeri e interpretazioni contabili. La sostanza, dopo l’incontro di ieri, è che il governo darà alle Regioni un po’ di ossigeno, pur nel rispetto dell’impostazione di fondo della legge di Stabilità: si allontana così l’eventualità che i presidenti facciano ricorso a strumenti estremi quali incrementi di imposte (per le Regioni in disavanzo sanitario) o aumenti di ticket. E a rasserenare il clima contribuisce anche l’imminente approvazione del decreto che dovrà salvare i conti regionali, a partire da quelli del Piemonte, sanando l’uso ambiguo delle risorse originariamente destinate a rimborsare i debiti verso i fornitori.
Sulle cifre, la riunione di Palazzo Chigi non ha colmato le distanze. Ma c’è una qualche disponibilità dell’esecutivo a verificare in corso d’opera l’effetto delle misure della Stabilità. Complessivamente ammontano a 4,2 miliardi le risorse di cui le Regioni lamentano la mancanza, anche per effetto di manovre del passato. Due miliardi corrispondono al minor incremento del Fondo sanitario nazionale, altri 2,2 si riferiscono invece alle altre funzioni svolte dagli enti regionali, principalmente il trasporto pubblico locale. L’effetto dei tagli pregressi potrà essere neutralizzato per circa 1,3 miliardi, grazie anche ad una diversa classificazione contabile (a valere sull’indebitamento netto e non solo sul saldo netto da finanziare) che renderà questi fondi effettivamente utilizzabili. Restano circa 900 milioni, che saranno al centro del confronto in un apposito gruppo di lavoro.
VERIFICA ENTRO L’ANNO
Per quanto riguarda la sanità, c’è l’impegno a verificare lo stato dell’arte durante l’iter parlamentare della legge, ovvero prima della fine dell’anno. Si sfrutterà il lavoro di due tavoli tecnici già esistenti, quelli su costi standard e farmaceutica, per capire se l’incremento di un miliardo del fondo sanitario rispetto al livello di quest’anno, sia sufficiente a garantire i servizi ai cittadini. Inoltre è stato chiarito che le risorse necessarie al rinnovo contrattuale nel settore della sanità, circa 120 milioni, non fanno parte del miliardo in più: non vuol dire che il governo li abbia ancora messi a disposizione, ma anche questo è un passo avanti. La possibilità di rendere più efficiente la spesa sanitaria passa anche per una norma inserita nella manovra che permette alle Regioni di individuare i singoli ospedali con i conti in rosso e predisporre specifici piani di rientro: almeno sulla carta è progresso significativo verso operazioni di risparmio più mirate.
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Fin qui la legge di Stabilità. Domani invece sarà esaminato dal Consiglio dei ministri l’atteso decreto che dovrà porre rimedio ai guai finanziari di alcune Regioni: Piemonte, ma anche in misura minore Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Sicilia, Campania e Puglia. Il nodo è l’utilizzo delle risorse che il governo aveva girato a partire dal 2013, finalizzate al ripiano dei debiti per gli acquisti di beni e servizi. In alcuni casi - dicono gli interessati, a causa dell’ambiguità della norma - sono state usate per voci di spesa corrente. Il provvedimento specificherà come sanare questa situazione contabile, prevedendo norme ad hoc per il Piemonte i cui bilanci erano già stati sanzionati dalla Corte dei Conti.