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Pescara, 23/11/2024
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07/11/2015
Il Messaggero
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«Ernino, la politica deve chiederti scusa». Duro l'attacco della Cgil nei confronti di chi l'ha abbandonato. Di Dario: "Purtroppo la politica, quella fatta di cattivi o da iene, lo ha tolto di mezzo perché era una testa pensante, ma D'Agostino ha affrontato tutto con dignità e grande integrità morale". |
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La politica teramana chiede scusa ad Ernino D'Agostino nel giorno dei suoi funerali che si sono svolti ieri mattina a San Nicolò con grande e commossa partecipazione di gente comune. Lo fa con un toccante elogio funebre uno dei suoi successori alla guida della Provincia, Renzo Di Sabatino. «E' stato costretto ad abbandonare la politicama noi siamo stati tutti colpevolmente assenti, io chiedo scusa per questo ». «Ernino - prosegue Di Sabatino nel suo elogio funebre fuori dalla chiesa - è uscito più povero di come era entrato ed ha restituito dignità alla Provincia»: parte l'applauso dei suoi dipendenti. Era presente la vecchia e nuova sinistra, quella più estrema e quella più moderata. Accanto alla bara in una scintillante estate di San Martino la sua dirigenza. Marco Verticelli esalta «la sua cultura del noi a discapito del pronome personale io». E sottolinea «la capacità d'ascolto, la cortesia, la disponibilità, lamitezza, l'umiltà, la pulizia dell'uomo». In un giorno feriale ed in un orario lavorativo erano presenti in chiesa circa 500 persone: molta le gente comune: "L'unico difetto che aveva era che fumava troppo" riferisce una signora all' uscita della bara tra due ali di folla. "Poi dignità, dignità e ancora dignità, offrendola anche a persone sconfitte - riprende Verticelli -; così ha attraversato il suo tempo". Duro l'attacco della Cgil nei confronti di chi l'ha abbandonato: "Purtroppo - esordisce il segretario provinciale Alberto Di Dario - la politica, quella fatta di cattivi o da iene, lo ha tolto di mezzo perché era una testa pensante, ma D'Agostino ha affrontato tutto con dignità e grande integrità morale". "La nostra vita non è inutile se costruiamo il bene comune" chiude il Vescovo Seccia.
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