ROMA Doppio sospiro di sollievo per le Regioni, che con il decreto legge approvato ieri dal governo si vedono sanare la complessa questione contabile relativa alle anticipazioni per il pagamento dei debiti della Pa, ed allo stesso tempo possono iscrivere in bilancio le entrate legate al cosiddetto pay back farmaceutico. Il provvedimento punta a risolvere vicende precedenti ma certamente ha anche l’effetto di rasserenare il confronto con lo Stato centrale sui tagli della legge di Stabilità; confronto che passa attraverso specifici tavoli, sia per la spesa sanitaria che per le altre voci dei bilanci regionali. Certo restano le rimostranze dei governatori di centro-destra; Sergio Chiamparino, presidente (dimissionario) della Conferenza Regioni oltre che del Piemonte ha potuto comunque esprimere la propria soddisfazione, chiedendo però di non definire il decreto “salva-Regioni”. Dal punto di vista degli interessati si trattava infatti di porre rimedio ad alcune ambiguità del decreto 35 del 2013, che per accelerare i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione verso i fornitori aveva tra l’altro reso possibile l’erogazione di anticipazioni con questa finalità a favore delle Regioni non in grado di provvedere da sole, da restituire poi in 30 anni. Su questa incertezza legislativa si era inserita una sentenza della Corte Costituzionale relativa al Piemonte ed era poi intervenuta anche la Corte dei Conti: per la Regione guidata da Chiamparino il maggior disavanzo legato alla vicenda era di quasi 4 miliardi, ma il problema rischiava di coinvolgere anche altre Regioni per un importo complessivo stimato in circa 20 miliardi.
L’INTERPRETAZIONE
Il provvedimento approvato ieri dal governo interviene su due distinti aspetti. Da una parte permette (attraverso un’interpretazione autentica che formalizza una prassi già adottata) di contabilizzare queste voci in restituzione di mutui per investimenti autorizzati ma non contratti: viene così risolto l’apparente uso delle anticipazioni per spese correnti. Inoltre, per la parte sanitaria, il nodo degli ammortamenti non sterilizzati viene risolto con la possibilità contabile di creare un apposito fondo senza che ciò generi disavanzi.
Riguarda la sanità anche l’articolo 2 del decreto. Qui il problema era il pay-back, ovvero il meccanismo per cui il 50 per cento dello sfondamento di spesa farmaceutica delle Regioni deve essere ripianato dalle imprese del settore. In attesa della revisione di questa procedura, vengono stabilite per ciascuna Regione le entrate che è possibile provvisoriamente iscrivere in bilancio.
È invece in arrivo, avendo già ottenuto il via libera della Regioneria generale dello Stato, un provvedimento destinato a risolvere la protesta che si è scatenata nei ministeri per l’accantonamento per l’anno 2015 delle somme destinate al salario accessorio dei dipendenti. Le risorse saranno ripristinate, per un importo di circa 70 milioni, ed arriveranno quindi ai lavoratori. Infine ha ottenuto il via libera della Corte dei Conti, e potrà essere concretamente avviato, il piano del ministero delle Infrastrutture per il recupero di 20 mila case popolari: a questo scopo saranno erogati alle Regioni 470 milioni.