ROMA Spese legali per 2,5 milioni di euro, in cinque anni, per pratiche affidate a studi esterni. Quantomeno curioso per un’azienda, come l’Atac, che ha nella sua struttura interna ben 21 avvocati. E così sulla vicenda si accendono i riflettori dell’Autorità nazionale anticorruzione, intervenuta dopo la segnalazione dell’ex assessore capitolino alla mobilità Stefano Esposito, che da mesi ha ingaggiato una battaglia contro la gestione dell’azienda del trasporto pubblico romano. A pochi giorni dal report dell’Anac, che metteva in luce come il 90 per cento degli appalti effettuati negli ultimi cinque anni fosse stato affidato senza gara, per un valore complessivo stimato attorno ai 2 miliardi di euro, Raffaele Cantone ha messo sotto la lente gli affidamenti per le consulenze e i servizi legali. E non solo per l’entità della cifra sborsata tra 2011 e 2015, ma soprattutto perché l’Atac ha un suo un ufficio legale ad hoc.
LA RELAZIONE
La municipalizzata del Campidoglio - travolta nel 2011 dallo scandalo delle assunzioni di Parentopoli e oggi alle prese con una crisi finanziaria che ne mette a rischio la stessa sussistenza - dovrà adesso rispondere con una relazione dettagliata, entro 30 giorni, ai quesiti che l’Authority pone con una lettera arrivata ieri ai vertici dell’azienda di via Prenestina. Cantone chiede all’Atac «di inoltrare le delibere con cui il consiglio di amministrazione ha rinvenuto la necessità di acquisire tali servizi all’esterno e le relative motivazioni», tenendo conto «delle professionalità presenti in Atac, ossia degli avvocati abilitati all’esercizio della professione assunti per lo svolgimento delle funzioni legali della società». L’Authority chiede, a questo proposito, «l’elenco degli avvocati dipendenti di Atac e i relativi curriculum, attualmente agli atti della società». Secondo l’ex assessore Esposito, «questo è uno dei motivi per i quali dico sempre che gli attuali manager vanno cacciati immediatamente».
L’AZIENDA
L’Atac, da parte sua, si difende. Ribadisce la «piena collaborazione» con l’Autorità anticorruzione e afferma di aver «drasticamente ridotto» le spese legali a partire dal 2013 «grazie alla notevole opera di internalizzazione che ha consentito, solo nel 2014, di risparmiare il 31 per cento» rispetto all’anno precedente, e conferma questo trend anche per il 2015. Non solo, Atac contesta anche i numeri sugli avvocati in forza nello staff interno: secondo quanto risulta all’Anticorruzione, i legali in servizio in via Prenestina sono 21. L’azienda di trasporto, invece, fa presente che gli avvocati patrocinanti in azienda sono otto e «dalla metà del 2013 hanno patrocinato 925 nuove cause giuslavoristiche, oltre a diversi contenziosi in materia civile e amministrativa». Gli affidamenti esterni, sostiene la municipalizzata, «sono stati quindi una parte minima e residuale», dovuti alla «peculiarità della materia trattata» e alla necessità di «un supporto altamente specialistico». Controreplica di Esposito: «Questa è l’ennesima testimonianza, se fosse ancora necessario, che ad Atac serve una bella ripulita, che manca trasparenza ed è necessario che questi dirigenti siano mandati a casa - sottolinea il senatore Pd - Mi auguro che chi oggi ha la responsabilità, non tardi a fare quello che è necessario».