Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha commentato con il sorriso sulle labbra: «Probabilmente Matteo Renzi si riferiva ai deputati. Io prendo quanto un direttore, anzi meno del direttore generale della mia Regione». Facile. Si sa che certi burocrati guadagnano più dei politici, e non stupisce più di tanto. Ma che il presidente del consiglio dei ministri abbia una busta paga più magra dei presidenti di Regione, come ha sibilato Renzi all’indirizzo dei governatori che ancora si lamentano per i tagli della legge di stabilità, in effetti, può lasciare di stucco chi non immagina come vanno certe cose nella politica italiana. E magari ricorda vagamente che dopo lo scandalo del consiglio regionale del Lazio il governo Monti fece approvare una legge che avrebbe dovuto porre un limite ferreo ai compensi degli eletti regionali.
Per esempio, il presidente della Regione Toscana, che è uno dei governatori meno pagati d’Italia, ha di sicuro una indennità più alta di quella del premier. Le Regioni forniscono generalmente i dati delle retribuzioni lorde, ma ricavare il netto, con l’aiuto di programmini di calcolo comunemente disponibili su internet, non è troppo difficile. E il risultato, nella fattispecie, è questo. L’indennità mensile del premier è pari a 9.566 euro e 39 centesimi lordi, corrispondente a 5.381,95 euro netti per chi risiede a Roma e a 5.425,38 euro per chi abita a Firenze. Al governatore della Toscana spettano invece indennità tassate pari a 10.154,95 euro, per un netto di 5.678 euro e 3 centesimi. Di più, al presidente della Regione toccano rimborsi spese forfettari, quindi non tassati, per 2.845 euro e 5 centesimi. Il che porta il totale netto percepito ogni mese a 8.523 euro e spiccioli. Cifra, peraltro, che risulta superiore di mille euro circa ai 7.519 euro netti che rappresentavano la somma delle indennità e dei rimborsi fino al dicembre 2012: cioè prima che i tagli imposti da Monti entrassero in vigore. Non trovate che sia curioso?
Ma c’è ovviamente una spiegazione, per quanto poco digeribile. La legge voluta da Monti ha imposto il massimo di 11 mila euro lordi mensili alla retribuzione «onnicomprensiva» dei consiglieri regionali, mentre per i governatori il limite è stato fissato a 13.800. Inutile dire che quasi tutte le Regioni si sono adeguate a quegli importi o ci sono andate molto vicino, anche quelle come la Toscana dove i compensi erano più bassi. Così oggi il totale lordo degli emolumenti del governatore toscano è di 13 mila euro mensili. E non è stato l’unico a veder gonfiare la propria busta paga. In qualche caso anche grazie ad un’accorta gestione delle voci accessorie: una sforbiciatina allo stipendio e contemporaneamente una spintarella all’insù dei rimborsi. Un gioco da ragazzi, ridurre le voci tassate e aumentare quelle senza tasse. Per evitarlo sarebbe bastato fissare un tetto agli emolumenti netti, anziché al lordo. Ma perché frustrare la creatività delle nostre Regioni?
C’è il presidente della Regione Abruzzo, passato da 8.450 a 9.748 euro netti al mese. C’è quello della Basilicata, salito da 9.221 a 9.790. C’è la presidente dell’Umbria, altra Regione tradizionalmente rossa al pari della Toscana, il cui emolumento è cresciuto da 7.604 a 8.921. E anche la sua collega del Friuli-Venezia Giulia deve registrare un aumento simbolico: il calcolo dà oggi un netto di 8.136 euro, contro gli 8.063 di tre anni fa. Altri hanno semplicemente limitato i danni. È il caso del presidente dell’Emilia-Romagna, che ha perso più o meno trecento euro, o di quello del Veneto, il quale ha dovuto rinunciare a 130 euro.
Botte più serie le hanno invece accusate i presidenti di Marche (-906 euro mensili), Molise (-1.527), Lombardia (-2.403), Lazio (-2.502), Sicilia (-4.444), Piemonte (-4.687) Puglia (-5.034), Sardegna (-5.606). Ma certe paghe erano così alte che il sacrificio non è stato poi così doloroso. Non mancano alcune incongruenze fra i nostri calcoli sul netto e le cifre dichiarate. Il compenso netto del governatore della Campania, rimborsi compresi, che si dovrebbe attestare intorno agli 8.800 euro netti al mese contro i 10.775 del 2012; risulterebbe invece di 10.300 euro. Idem quello del presidente della Liguria, dichiarato in 10.514 euro netti al mese contro i 9.890 calcolati; tre anni fa era di 10.841 euro, quindi più o meno come oggi.
Qualche danno collaterale l’hanno poi subito anche i vertici politici delle Province autonome di Trento e Bolzano, con tagli rispettivi di 1.777 e 2.079 euro mensili. Anche se il compenso del presidente altotesino rimane comunque ampiamente superiore al tetto dei 13.800 euro lordi mensili previsti dalla legge: tocca infatti i 19.215 euro, per un netto (10.668 euro) che supera di poco quello percepito da chi invece quel limite lo rispetta. Per esempio il presidente della Regione Calabria: 10.493 euro. Perché mai? Semplicissimo. I rimborsi forfetari esentasse del presidente della Provincia di Bolzano sono di 700 euro mensili, mentre quelli del governatore calabrese raggiungono 6 mila euro. Il top in Italia. E addirittura più alti della sua indennità netta (circa 4.500 euro), facendogli scalare la classifica dei compensi dei presidenti regionali.