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Pescara, 23/11/2024
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Data: 09/11/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Da Bologna il patto Berlusconi-Salvini: il centrodestra unito vincerà con il 40%. Ex premier fischiato alla manifestazione promossa dalla Lega Il leghista: la leadership è nostra. Meloni: a gennaio bis a Roma.

BOLOGNA Saluti nazisti e bombe carta, centro sociali contro popolo padano, arresti, feriti. Il nuovo centrodestra debutta a Bologna, sfida Matteo Renzi nella storica roccaforte rossa e sbeffeggia i contestatori: «Sono quattro sfigati, la storia ci darà ragione». La grande giornata di Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni finisce con un abbraccio dei tre sul palco e un lancio di oggetti in piazza Maggiore. E la promessa di Salvini: «Dopo i campi rom i centri sociali: li sgombereremo uno per uno e l’Italia sarà un posto migliore. La ruspa distrugge ma poi ricostruisce». E si parte da qui, afferma il leader del Carroccio, «non è un ritorno al ’94, alle vecchie formule, alle marmellate, comincia qualcosa di nuovo che è guidato dalla Lega ma che è aperto a tutti gli italiani oggi lontani dalla politica».
FISCHI AL CAVALIERE
Dice Salvini: «Ho riunito le opposizioni per bene». E del gruppo fa parte Giorgia Meloni che sprona gli alleati: «Bisogna trovare un accordo» per le amministrative, «anche perché hanno un impatto importante sulla politica nazionale». La sua proposta: «Faremo una grande manifestazione insieme, non come singole forze, in una piazza storica come San Giovanni o piazza del Popolo, a gennaio a Roma». C’è anche Berlusconi, che dopo vari tentennamenti ha deciso: la Lega sarà anche un inquilino ingombrante, ma battere Renzi vale il sacrificio. Anche a costo di prendersi i fischi della piazza. Il Cavaliere incassa e tira dritto: «Sono qui con gli amici degli ultimi vent’anni e con Salvini che ha portato il Carroccio dal 4 a oltre il 14%. Congratulazioni vivissime: è ciò che consente a noi del centrodestra di guardare al futuro con ottimismo, combattendo insieme vinceremo le prossime elezioni». Lo slogan è pronto: «Con Matteo, Giorgia e Silvio non ce ne sarà più per nessuno. Uniti supereremo il 40%, il mai eletto presidente del Consiglio non avrà possibilità». Rispetto al governo del Pd tuttavia c’è di peggio: «Consegnare l’Italia a Grillo e alla sua banda di balordi, per questo il centrodestra deve tornare unito». L’ipotesi della vittoria del M5S al ballottaggio «sarebbe una tragedia, nei discorsi di quel signore ho individuato molti passaggi identici a quelli di Hitler». Perciò «il senso di responsabilità ha prevalso» e il Cavaliere è tornato da attore sul palcoscenico della politica. Stilando già il programma per un futuro governo di centrodestra: «Meno tasse, meno Stato, meno Europa. Più aiuto a chi ha bisogno, più garanzie per ciascuno e sicurezza per tutti». Ancora: pensione alle mamme, via l’imposta sulla prima casa, basta tasse di successione. «E chiuderemo la piovra cattiva di Equitalia».
LA PAROLA ALLA BASE
Ma è Salvini l’uomo al quale inneggia la piazza. Dà spazio alla base - sul palco sfilano un bagnino, un infermiere, un agricoltore e un insegnante - poi carica i fan: «Sogno un’Italia aperta, ma con delle regole, chi sbaglia paga. Un’Italia dove i bambini sono adottati solo se ci sono una mamma e un papà». Poi l’affondo al ministro dell’Interno - «Non andremo mai con un personaggio inutile come Angelino Alfano» - e la spallata a Renzi, «un incapace che divide la società tra uomini e bestie. Io la divido tra produttori e parassiti, lui, Alfano e la Boldrini sono parassiti. Lasciamoli a Renzi, i Buzzi e Carminati». Pezzo forte del suo programma, oltre al federalismo: «Asilo gratis per tutti fino a due anni». E l’urlo finale: «Da questi centomila parte la rivoluzione delle persone per bene».

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