ROMA Dovranno passare il severo filtro delle ammissibilità, ma al momento le 3.563 proposte di modifica presentante sabato alla legge di Stabilità pesano come un macigno sui lavori della commissione Bilancio di Palazzo Madama che dovrà esaminarle e votarle. Pensioni, Sud, Tasi, turn over per il pubblico impiego, canone Rai, investimenti e decontribuzione restano i nodi principali che verranno trattati nei prossimi giorni, ma che già in parte sono stati sciolti. Il gruppo del Pd di Palazzo Madama ha infatti selezionato circa 150 emendamenti "prioritari" tra i 400 presentati da tutto il gruppo (minoranza compresa). Per non intaccare l'iter della manovra anche il governo ha deciso di ridurre la propria mole con un pacchetto "snello", che arriverà probabilmente in giornata. In ogni caso, il calendario dei lavori deciso nei scorsi giorni sembra aver previsto in anticipo il fiume di proposte. E per arginarlo maggioranza e governo si preparano a portare avanti lavori serrati: oggi la commissione riprenderà l'esame della manovra nel pomeriggio, quando l'esecutivo e le relatrici, Magda Zanoni (Pd) e Federica Chiavaroli (Ap), interverranno in replica alla discussione generale. Seguirà la tagliola delle ammissibilità, che si preannuncia pesante. Poi cinque giorni di votazioni, con tanto di lavori notturni e per l'intera giornata di sabato, salvo imprevisti tecnici e politici. Non è escluso, infatti, un rinvio del via libera anche a lunedì o martedì (resta fermo però l'impegno di approvare la legge in aula entro il 20 novembre).
Certo è, che quando si parla di legge di Stabilità votazioni fiume non sono una vera novità. Negli anni entrambe le Camere hanno lavorato di notte e nel fine settimana per poter accelerare i tempi di conversione della manovra. Ma nell'anticipo con cui è stato definito il calendario di massima c'è probabilmente la volontà della maggioranza di voler fare lo sgambetto a possibili "ritardatari".
I TEMI
Per quanto riguarda le modifiche, si punta all'anticipo dell'innalzamento della no tax area per i pensionati al 2016 e l'introduzione del prestito pensionistico. Verranno probabilmente rafforzate le politiche per il Mezzogiorno. C'è convergenza infatti tra il partito di Matteo Renzi e Area popolare sul tema Sud. Entrambi propongono di inserire un potenziamento della decontribuzione al 40% per il nuovi assunti e un credito d'imposta per gli investimenti produttivi. Rimane però da chiarire quante sono le risorse che verranno impiegate allo scopo.
Inoltre, il partito di Angelino Alfano preme per modificare l'articolo sula Tasi. «Dopo aver ottenuto l'eliminazione delle tasse sulla prima casa - ha detto ieri il ministro dell'Interno - la mia prossima proposta è togliere Imu e Tasi anche dalla seconda casa data in comodato d'uso ai figli». Per quanto riguarda il canone Rai, invece, si punta ad evitare la stangata a inizio 2016. Il gruppo Pd ha proposto di rateizzare il canone in bolletta prevedendo il pagamento dei 100 euro per il prossimo anno in due rate, invece di una unica e per gli anni successivi un pagamento diluito in ogni bolletta (sei rate dal 2017). Bisognerà però aspettare il via libera del governo.
Tra le proposte anche l'allentamento del blocco parziale del turn over dei dipendenti pubblici. Un emendamento Pd chiede di tornare alle norme del decreto Madia, ossia a una percentuale di ricambio del 60% per le amministrazioni centrali e dell'80% per gli enti locali (invece che del 25%). Infine, tra le novità praticamente sicure il ritorno al tetto del contate a mille euro per i money transfer in funzione antiriciclaggio.