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Pescara, 23/11/2024
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Data: 10/11/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il Ministero dice sì Ombrina si farà. Inutile la mobilitazione. Rockhopper evita commenti sulla vicenda.

L'AQUILA Non sono servite le leggi regionali, quella recentissima sull'istituzione del Parco dei Trabocchi e quelle precedenti contro il decreto Sblocca Italia, non i ricorsi al Tar ancora sub iudice, né gli esposti alla magistratura e la richiesta dei referendum avanzata da dieci Regioni (mai così tante nella storia repubblicana). Non è servito il parere contrario di tutti gli attori attorno al tavolo della conferenza dei servizi: il Ministero dello Sviluppo economico, ieri, non ha voluto sentire le tante ragioni dei territori, né concedere un rinvio come pure era stato chiesto, anzi concordato. Ombrina Mare si farà, ha deciso in modo unilaterale il dirigente del Ministero, Marcello Saralli che, facendo proprie le prerogative del presidente della conferenza dei servizi, ha dato il via libera alle trivellazioni nel mare Adriatico.
Un progetto contro il quale la Regione aveva ribadito il suo no, inviando «per autorevolezza» ieri a Roma il vice della giunta, che conosce bene le dinamiche del Ministero, Giovanni Lolli. Non abbastanza secondo il centrodestra, che denuncia la grave assenza del presidente Luciano D'Alfonso a Roma: «Più di un indizio» spiegano Febbo e Sospiri, «per lui (D'Alfonso) che si reca anche ad inaugurare un metro di asfalto nuovo» rincara il parlamentare Fabrizio Di Stefano.
MAZZOCCA: «FATTO GRAVE»
Che la mossa del Ministero sia frutto di un preciso orientamento politico, d'altronde, sembra chiaro: il via libera di ieri potrebbe portare nella tempistica a rilasciare il decreto autorizzativo alla Rockhopper (che sulla vicenda non vuole commentare) prima del 30 novembre, data entro la quale si dovrà pronunciare la Consulta sulla legittimità dei quesiti referendari. «Quel che è accaduto ieri a Roma è un fatto di una gravità senza precedenti -commenta il sottosegretario con delega all'Ambiente, Mario Mazzocca- ricorreremo subito al Tar contro i verbali senza aspettare il decreto, ma chi si è assunto la responsabilità di violare delle leggi regionali, che sono vigenti fino a quando la Corte Costituzionale, e non un dirigente di turno, le riterrà illegittime, ne risponderà davanti alla magistratura ordinaria e non solo amministrativa».
M5S E FI
Venerdì, intanto, si riuniranno i legali di tutti i Comuni interessati «per decidere un'azione comune» che il centrodestra bolla come «ipocrite politiche ambientali». «L'unica legge che avrebbe fermato questo scempio giace in qualche cassetto -aggiunge Sara Marcozzi del M5S- Si tratta della legge di iniziativa alle Camere per modificare e in parte abrogare l'articolo 35 del decreto sviluppo, il documento con cui di fatto si autorizzano le trivellazioni nel mare adriatico. Questo lo sappiamo noi, lo sa il Pd e lo sa benissimo anche Sel, ai quali continuiamo a chiedere di fare pressioni ai relativi parlamentari per calendarizzare e votare la legge di iniziativa regionale del M5S. Le azioni portate avanti dalla maggioranza sono state deboli, con l'unico scopo di tenersi buoni i comitati di cittadini che più volte sono intervenuti in consiglio regionale». «Avevamo sottolineato come l'istituzione del Parco marino -aggiunge Forza Italia-, approvata giovedì scorso in consiglio regionale, fosse solo una pezza a colori, tra l'altro fatta male, che mai avrebbe impedito la realizzazione di Ombrina».
Gli Ufo (come chiamò D'Alfonso il progetto Ombrina in campagna elettorale) sono ormai alle porte.

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