Il funzionario del dicastero “boccia” le due leggi varate dal Consiglio contro le attività petrolifere
PESCARA Pratica chiusa. Sarà a questo punto il ministero a decidere su Ombrina Mare. E probabilmente la decisione, a meno di sorprese, sarà un via libera. La conferenza di servizi che ieri ha visto attorno allo stesso tavolo il dirigente della direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche del ministro dello Sviluppo economico Marcello Saralli, nella funzione di presidente, la Regione Abruzzo, i Comuni interessati all’infrastruttura, la società Rockhopper, si è chiusa ma senza decisioni. E così doveva avvenire. Ma si è chiusa con segnali decisamente negativi nei confronti delle aspettative degli enti locali e degli ambientalisti. Innanzitutto non ci sarà, ha affermato Saralli, una nuova conferenza di servizi. Al massimo potranno essere accolti nuovi documenti «pervenuti prima che il procedimento sia concluso». Respinte tutte le richieste della Regione e degli enti locali. In particolare, come si evince dal verbale, è stata respinta la richiesta della Regione di «improcedibilità» della conferenza per la ragione che il tema della riunione, il pozzo Ombrina Mare, «confligge con leggi regionali sopravvenute e attualmente vigenti». Cioè con la legge regionale 29/2015 che vieta la ricerca e lo sfruttamento di nuovi giacimenti di idrocarburi entro le 12 miglia marine, e con la legge regionale 38/2015, entrata in vigore due giorni fa, che istituisce il Parco marino dei Trabocchi, e la cui perimetrazione comprende il pozzo Ombrina della Rockhopper. Il presidente della conferenza di servizi Saralli ha respinto la richiesta, perché, si legge nel verbale, il ministero «non condivide la posizione della Regione sulla questione della legge» 29/2015, aggiungendo che «la costituzione del parco, recentissima, è in corso di valutazione». Una posizione che ricalca il contenuto di una lettera che lo stesso Saralli ha inviato alla Regione all’indomani dell’approvazione della legge sulle 12 miglia, in cui si annunciava che il ministero avrebbe disapplicato la norma perché «incostituzionale». Sarà dunque il ministro Guidi, o il suo direttore generale, a decidere e quasi certamente a firmare l’atto conclusivo della pratica Ombrina, la cui procedura Via ha già avuto il via libera del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e del collega dei Beni culturali Dario Franceschini. Ma dovremo attenderci anche l’impugnativa del Governo nei confronti delle due leggi regionali, giacché la competenza su tutto ciò che riguarda l’offshore è materia che lo Stato centrale riserva a se stesso. Al termine della riunione un furente vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, ha annunciato iniziative contro la decisione: «Faremo ricorso e non solo al Tar, in sede civile e in sede penale. Qui si sta operando contro le leggi. Non si può andare avanti con un procedimento che è illegittimo. Siamo di fronte ad un'arroganza inaccettabile, che porta ad uno scontro istituzionale. Fino a quando siamo vivi la battaglia continua». Lolli ha aggiunto che la Regione si vedrà con i legali «credo già venerdì» per definire al meglio come procedere; e ha precisato che il governatore Luciano D'Alfonso ha seguito con attenzione la conferenza dei servizi chiamando assiduamente per avere notizie. In strada, davanti al portone del ministero, un centinaio di manifestanti ha scandido slogan contro Ombrina: «Siamo abruzzesi, siamo pastori non siamo pecore cari signori. Pane e olio, senza petrolio. C'è l'Abruzzo da rispettare via i pirati dal nostro mare». «C'è una legge che blocca Ombrina», ha spiegato Alessandro Lanci del Coordinamento No Ombrina «ed è quella della costituzione di un parco marino regionale, secondo cui dal 6 novembre non si possono più fare attività petrolifere. Noi» continua Lanci che si fa portavoce anche per Nuovo Senso Civico, Comitato No Petrolio Ortona e Associazione Zona 22 «sosteniamo Regione e comuni. Abbiamo anche mandato una diffida al ministero, nei confronti di tutti i funzionari, informando della presenza di una legge che non consente l'autorizzazione a Ombrina». In piazza anche Legambiente, Forum H2O, Wwf e Greenpeace. Per Dante Caserta, vicepresidente del Wwf Italia, il ministero «vuole mettere a tacere la voce di migliaia e migliaia di cittadini che, attraverso le associazioni ambientaliste e in prima persona, da anni manifestano il proprio dissenso contro un’opera deleteria per l’ambiente e la salute». Per Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, si tratta di un «ennesimo atto di sordità» che «non solo testimonia la subalternità del governo Renzi ai petrolieri, ma evidenzia anche che i canali attraverso i quali si esercita normalmente la democrazia sono sospesi o inservibili».
Mazzocca: ora al Tar. Critiche da 5 Stelle e FI
PESCARA «Fatto grave e inaudito: agli enti locali è stato di fatto impedito di portare le loro conclusioni, sono stati defraudati del diritto di poter esprimere il diritto di determinare del loro destino». È molto duro il commento del sottosegretario all'ambiente della Regione Abruzzo Mario Mazzocca sui risultati della conferenza dei servivi per Ombrina al Mise. Spiega Mazzocca: «Faremo subito ricorso al Tar. Noi avevamo chiesto la sospensione del procedimento, mentre la soluzione trovata di fatto, pur senza decidere, apre la porta formalmente al decreto del Governo. Per noi c'è anche un profilo procedurale non legittimo: potrebbero essere state infrante alcune leggi, quindi ci sono profili di altra natura. La cosa positiva è il fronte compatto degli anti locali: a brevissimo riuniremo tutti per decidere come fare». Per il deputato di M5s Gianluca Vacca, «il governo vuole Ombrina, il Pd vuole Ombrina, e oggi è stato messo in scena l'ennesimo teatrino pietoso: da una parte uno pseudo Pd buono, i rappresentanti della Regione e degli enti locali, che chiedevano il ritiro dell'autorizzazione, dall'altra il Pd di governo, al ministero, che invece ha di fatto ribadito che l'autorizzazione verrà data». Spiega l’assessore comunale di Pescara Adelchi Sulpizio, delegato dal sindaco a seguire la conferenza per l'amministrazione comunale: «Il ministero è andato dritto per la sua strada, senza tenere conto delle proteste, delle richieste e dell'istituzione del Parco Marino che è a tutti gli effetti ormai legge regionale. Abbiamo cercato di far passare il fatto che questo elemento ha modificato lo stato di diritto della costa in cui la piattaforma dovrebbe operare, diventando un legittimo ostacolo al progetto, ma l'orientamento ministeriale è stato quello di non tenere conto nella procedura di tali novità legislative intervenute». Critica Forza Italia che considera la conclusione del procedimento una «sconfitta di Luciano D’Alfonso e dell’Abruzzo». Per l’esponente della segreteria nazionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo «Il governo Renzi se ne frega degli abruzzesi, dell'ambiente e della democrazia. Abbiamo fatto ben a tirargli le uova quando è venuto all’Aquila».