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Pescara, 23/11/2024
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Data: 10/11/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Metri quadri per il catasto. Riguarda 57 milioni di case. Visure in misura, non in vani. Gli estimi non cambiano. Manovra, spunta l’asse anti-contante

ROMA In pensione i vani, arrivano i metri quadrati ma non per calcolare il valore degli estimi che rimangono, per ora, quelli di una volta ai fini della determinazione delle rendite. Da ieri le visure del catasto non riporteranno più il numero dei vani ma la superficie di ogni immobile di categoria A (abitazioni e uffici), B (uffici pubblici, ospedali, scuole e così via) e C (box auto, cantine, laboratori, magazzini e negozi). Si tratta di una novità, spiega in una nota il Fisco, che «semplifica la vita ai proprietari di 57 milioni di immobili, mettendo a loro disposizione un dato finora visibile solo nelle applicazioni degli uffici, e che manda definitivamente in soffitta i calcoli basati sui vani». Oltre ai dati identificativi dell’immobile (sezione urbana, foglio, particella, subalterno, Comune) e ai dati di classamento (zona censuaria ed eventuale microzona, categoria catastale, classe, consistenza, rendita), da ieri sarà riportata direttamente in visura anche la superficie catastale, calcolata come stabilito dal dpr n. 138/1998. Una semplificazione che riguarda circa 57milioni di unità immobiliari urbane a destinazione ordinaria, iscritte in catasto e corredate di planimetria. Per gli stessi immobili sarà inoltre riportata la superficie ai fini Tari che, per le sole destinazioni abitative, non tiene conto di balconi, terrazzi e altre aree scoperte di pertinenza e accessorie (il 20% in meno). Semplificazione Tari. Ciascun proprietario avrà così a portata di mano anche la superficie ai fini Tari, già fornita dall’Agenzia delle entrate ai Comuni grazie ai flussi di interscambio dati già attivi, per poter verificare la base imponibile utilizzata per il calcolo del tributo sui rifiuti. In caso di incoerenza tra la planimetria e la superficie calcolata, inoltre, i contribuenti potranno inviare le proprie osservazioni, attraverso il sito dell’Agenzia, e contribuire quindi a migliorare la qualità delle banche dati condivise tra Fisco ed enti locali. Già dal 2013 i Comuni possono segnalare errori di superficie riscontrati su immobili presenti nella banca dati catastale. La pubblicazione della superficie catastale farà emergere anche molte delle iniquità presenti nell’attuale catasto e frutto della sovrapposizione delle diverse modalità di registrazione degli immobili conseguenza anche delle mutate abitudini abitative (pochi vani più grandi sino alla fine degli anni ’60, molti vani più piccoli negli anni ’70). Esclusi incoerenti. La novità, che arriva al termine di un periodo di sperimentazione che ha coinvolto gli uffici provinciali-Territorio di Brindisi, Foggia e Ravenna, lascia al momento fuori, in attesa delle opportune verifiche nell’ambito delle attività di allineamento delle banche dati, gli immobili che presentano un dato di superficie incoerente. Sono i casi delle abitazioni iscritte nei primissimi anni del nuovo catasto, quando non era obbligatorio depositare le planimetrie, o con una piantina abbozzata a mano, o senza scala, oppure ancora con più planimetrie riportate su un’unica scheda ma con scale diverse. A fine agosto il problema riguardava 3,3 milioni di unità abitative.

Continua il pressing per le modifiche alla legge di Stabilità. Maxi-ammortamenti per il Sud. Ritocchi sulla casa
Manovra, spunta l’asse anti-contante

ROMA Pressing dei ministeri per le modifiche alla legge di Stabilità. Le richieste arrivate sul tavolo di Palazzo Chigi sono circa 150 ma solo una decina dovrebbe avere la fortuna di essere tradotta in emendamento durante l’esame della manovra in Senato. Il faro a Palazzo Madama è puntato sul Sud: in particolare sui maxi-ammortamenti degli investimenti in beni strumentali e sulla decontribuzione per le assunzioni. Ma da quanto si apprende le due misure sarebbero alternative. Probabili anche una serie di ritocchi sul fronte della casa, dagli sconti per i genitori separati agli affitti concordati, mentre sarà battaglia sulle misure per l’innalzamento del tetto del contante che molti gruppi (Minoranza Pd, Sel, M5S) vorrebbero riportare a mille euro ed altri (Lega, Fi, Cor) alzare anche oltre i diecimila. La prima prova che devono intanto superare gli oltre 3.500 emendamenti è fissata per domani con il vaglio delle ammissibilità, dopodiché sarà la volta della formalizzazione delle proposte a firma del governo, che saranno poche e relative esclusivamente a temi non affrontati già dai senatori. Se Regioni, province e giochi sono argomenti che saranno trattati alla Camera, il Senato - dove le votazioni in commissione sono previste da mercoledì - sarà invece impegnato con Sud e casa in particolare. Per quanto riguarda il Mezzogiorno, due le misure al centro dell’attenzione: i maxi-ammortamenti del 160%, anziché del 140%, degli investimenti in beni strumentali destinati esclusivamente alle imprese delle Regioni meridionali che rientrano dell’obiettivo convergenza (Campania, Puglia, Calabria Sicilia, Basilicata) e un rafforzamento sgravi per le assunzioni. La questione è come sempre quella delle coperture. Si starebbe dunque valutando quale delle due misure inserire in manovra. Se l’architettura della Tasi è destinata a restare invariata, aperture dalla maggioranza e dal governo sono arrivate per alcuni ritocchi. C’è ad esempio accordo bipartisan per introdurre uno sconto (con un tetto dell’aliquota al 4 per mille) su Imu e Tasi per chi decide di dare in affitto un immobile a canone concordato. Così come, fa sapere una delle relatrici al ddl Magda Zanoni (Pd), si lavora alla possibilità di esentare dal pagamento della Tasi sulla prima casa anche i separati, proprietari dell’abitazione lasciata all’ex coniuge e non è escluso che possa essere approvata anche la proposta di esentare le seconde case date in comodato d’uso ai parenti di primo grado. Nella valanga di emendamenti poi c’è spazio per gli “evergreen”: si va dall’esclusione delle Tasi per le scuole paritarie (firmata Udc) a quella (targata Sel) che vorrebbe invece esentare i teatri passando per la proposta del Pd di rendere strutturale la cedolare secca al 10%. Poche chance di successo a causa degli alti costi avrebbe invece un emendamento messo a punto dai dem che prevede l’introduzione del prestito pensionistico mentre l’anticipazione al 2016 della no tax aerea per i pensionati potrebbe incassare il via libera di governo e Parlamento. Altra norma sulla quale c’è già il no dell’Esecutivo è quella per cancellare l’innalzamento della soglia del contante, nonostante l’ampio fronte a favore di un dietrofront.

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